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Attualità | 21 novembre 2025, 13:52

"Niente giustifica la caccia", sondaggio Fondazione Capellino: "Per gli italiani è inaccettabile". Il mondo venatorio reagisce

Nuova legge sulla caccia, parte la mobilitazione contro il ddl 1552. La replica del mondo venatorio: "Chiariscano la loro posizione sugli allevamenti"

"Niente giustifica la caccia", sondaggio Fondazione Capellino: "Per gli italiani è inaccettabile". Il mondo venatorio reagisce

La Fondazione Capellino ha promosso una raccolta firme per contrastare il disegno di legge 1552 sulla caccia, ora all'esame del Parlamento. L'obiettivo è sollecitare senatori e deputati a respingere un testo normativo che, a detta dei promotori, rivoluzionerebbe l'attuale disciplina venatoria con ripercussioni su ambiente e sicurezza.

L'iniziativa si inserisce nella campagna "Niente giustifica la caccia" e punta i riflettori su diversi punti controversi del provvedimento: dall'estensione delle stagioni venatorie alla possibilità di praticare l'attività in zone finora tutelate, come parchi e foreste pubbliche. Il testo prevede inoltre l'autorizzazione a cacciare su neve e lungo i sentieri di montagna, l'impiego di dispositivi di puntamento evoluti e la reintroduzione di pratiche come l'uccellagione. Non solo: agricoltori e privati potrebbero essere coinvolti direttamente negli abbattimenti programmati per il contenimento della fauna.

Nel documento di appello, la Fondazione contesta la reale utilità della riforma: "I cacciatori godono già di diritti consolidati. Questa spinta verso nuove concessioni ignora la sensibilità di gran parte della popolazione italiana, da sempre critica nei confronti dell'attività venatoria".

A sostegno della tesi, l'organizzazione cita due rilevazioni demoscopiche realizzate da Ipsos e dall'Istituto Piepoli a ottobre scorso, che evidenziano un orientamento contrario dell'opinione pubblica rispetto alle modifiche proposte.

Anche l'Ente Nazionale Protezione Animali ha espresso solidarietà all'iniziativa: "Qualsiasi azione utile a fermare questa proposta e a dare voce alla maggioranza del Paese è preziosa. La petizione della Fondazione Capellino va in questa direzione: serve una mobilitazione per impedire l'approvazione di un testo inaccettabile".

Pier Giovanni Capellino, alla guida della Fondazione, ha accompagnato il lancio della petizione con un editoriale in cui chiede equilibrio e ascolto delle istanze civili: "Sono già stati riconosciuti numerosi privilegi al mondo venatorio. Pretendere ulteriori estensioni, disattendendo la volontà collettiva, significa mancare di rispetto alla comunità. La fauna è un bene comune e come tale va tutelata".

Non si è fatta attendere la risposta del fronte opposto. Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente, organizzazione legata a Federcaccia, ha contestato l'impostazione della campagna promossa da Capellino e Almo Nature, società produttrice di alimenti per animali domestici.

In una nota ufficiale, Fondazione UNA rilancia alcune domande dirette all'azienda e alla Fondazione Capellino, lamentando l'assenza di riscontri precedenti: "Quanti animali vengono abbattuti annualmente per la produzione dei vostri prodotti? Da quali Paesi provengono e in quali strutture vengono macellati? Quali controlli sanitari sono garantiti, soprattutto per gli animali provenienti da fuori Unione Europea?".

Secondo l'ente vicino ai cacciatori, la critica alla caccia non può prescindere da una riflessione più ampia sull'utilizzo degli animali a scopi commerciali: "La condanna dell'attività venatoria non può servire da schermo a un modello di business che potrebbe sollevare questioni etiche. Chiediamo trasparenza e dati verificabili".

Le indagini demoscopiche commissionate dalla Fondazione Capellino rappresentano un'opinione pubblica italiana nettamente sfavorevole all'attività venatoria e, in particolare, a qualsiasi sua espansione. Secondo i dati raccolti, l'85% degli intervistati considera la caccia un pericolo per l'incolumità collettiva, il 78% la giudica moralmente inaccettabile e ben il 94% ritiene opportuno eliminarla completamente, ridurne drasticamente l'ambito o sottoporla a controlli più rigorosi.

Redazione

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