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Cronaca | 28 novembre 2025, 08:51

Contrabbando di gasolio da Vado a Napoli: 7 condanne dai 3 ai 6 anni e 4 mesi

Sono state applicate multe e confisce per 100mila euro

Contrabbando di gasolio da Vado a Napoli: 7 condanne dai 3 ai 6 anni e 4 mesi

7 condanne dai 3 ai 6 anni e 4 mesi. Mercoledi scorso davanti al Collegio del Tribunale di Savona si è concluso il processo di primo grado su un traffico di gasolio da Vado a Napoli.

L'indagine era scattata dalla Procura di Asti e per competenza era passata poi a Savona. Il carburante avrebbe dovuto partire da Vado Ligure per arrivare in Albania ma tutto ciò non sarebbe avvenuto. Anzi. Il gasolio veniva poi smerciato in nero a Pomigliano d'Arco, città campana nota per il suo polo industriale. Secondo l'accusa pare sia stato venduto ad agricoltori del luogo.

La guardia di finanza si era accorta del diverso tragitto (l'esportazione in Albania era stata dichiarata agli spedizionieri con documentazioni e bolle che però sarebbero state falsificate) tramite il posizionamento di gps sulle botti.

Il gasolio in realtà non sarebbe mai uscito dall'Italia ma sarebbe stato venduto sul territorio nazionale senza pagare Iva e accise.

Gli imputati sono tutti italiani e nessuno avrebbe ammesso di aver commesso i fatti.

Si tratterebbe di un gruppo di 6 cittadini campani che con i soldi di un cittadino romano (circa 100mila euro) avrebbero incaricato un broker torinese con contatti nel savonese.

Secondo l'accusa avrebbero evaso solo di iva e accise 130mila euro per un totale circa che si attesta sui 300mila euro.

Per un soggetto è scattata la condanna per un episodio di contrabbando, è stato invece assolto invece per l'associazione a delinquere. Sono state applicate multe e confisce per 100mila euro.

OPERAZIONE PETROLIO FANTASMA

Era scattata il 20 gennaio 2022 l’operazione 'Petrolio Fantasma' condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica e l’impiego di 120 finanzieri in Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Calabria, che aveva disarticolato un’organizzazione criminale composta da un “broker astigiano” e da imprenditori romani, napoletani e calabresi, ritenuti responsabili di aver fittiziamente esportato gasolio per autotrazione in realtà destinato invece ad essere ceduto “in nero” all’interno del territorio nazionale in totale evasione d’imposta.

Una 'cartiera' come destinataria di gasolio stoccato a Vado

Il contrabbando del prodotto petrolifero veniva realizzato mediante la costituzione di una società a responsabilità limitata fittizia (cartiera) utilizzata come formale destinataria di prodotto petrolifero di proprietà di una società ubicata negli Emirati Arabi Uniti e stoccato presso il deposito doganale di Vado Ligure.

La stessa SRL provvedeva alla falsa esportazione presentando allo spedizioniere apposita documentazione che attestava la cessione via terra transitando dalla Croazia ad una società albanese (anch’essa inesistente), del prodotto estratto dal deposito doganale di Vado Ligure.

Utilizzato il corridoio di Neum

L’operazione doganale veniva chiusa tramite l’invio allo spedizioniere di documentazione artefatta la quale attestava la destinazione in Albania, passando dal “corridoio di Neum”, la striscia di terra lunga 9 km, territorio della Repubblica di Bosnia-Erzegovina, che separa in due parti il territorio della Repubblica di Croazia, territorio che per la particolare conformazione geografica e politica prevede peculiari procedure semplificate. 

L’organizzazione criminale, per chiudere formalmente la bolletta doganale all’esportazione, non potendo presentare documenti attestanti l’effettiva uscita dal territorio UE del gasolio per autotrazione con visto rilasciato delle autorità doganali croate, e potendo presentare, a tale fine prove alternative, aveva dichiarato che il prodotto petrolifero era transitato nel territorio di Neum senza essere stato oggetto di controlli doganali in uscita, consentendo così la definizione della procedura doganale.

Erano state sequestrate 3 motrici, 3 rimorchi oltre a quote societarie ed un automezzo per un valore di 180mila euro pari all’accisa ed all’IVA evase nel corso di 6 spedizioni di prodotto.

Erano sono stati anche scoperti e sottoposti a sequestro, presso un deposito in provincia di Caserta, 28.000 litri di gasolio senza documentazione di detenzione e trasporto del prodotto petrolifero.

All’interno dell’area i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Asti, in collaborazione con i colleghi del corpo locale, avevano scoperto due persone nell’atto di travasare il contenuto di un’autocisterna, gasolio per autotrazione, all’interno di numerosi recipienti di plastica (ogni tanica da 1000 litri) posti a bordo di un autoarticolato.

Erano stati trovati, all’interno di un magazzino, dentro un container, una cisterna di colore blu di capacità di 5.000 litri vuota, perfettamente funzionante con contalitri presumibilmente adibita a distributore abusivo di carburanti. I due erano stati denunciati. In altri due interventi in provincia di Napoli, nelle abitazioni di alcuni indagati, erano stati trovati e sottoposti a sequestro 40mila euro in contanti, un orologio Rolex e gioielli.

Luciano Parodi

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