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Attualità | 03 dicembre 2025, 16:17

Savona, il problema della raccolta dei rifiuti sanitari domiciliari e il disagio delle famiglie con pazienti allettati

All’incontro della SMS Serenella e la richiesta di cassonetti chiusi, anonimato per i rifiuti sanitari domestici

Savona, il problema della raccolta dei rifiuti sanitari domiciliari e il disagio delle famiglie con pazienti allettati

Non sono solo i rifiuti ordinari quanto quelli speciali a creare problemi alle famiglie con persone allettate o disabili. 

Alla SMS Serenella di Savona, sabato scorso, nell'incontro sulla raccolta rifiuti si è dato spazio a un tema denunciato da più di famiglie e di cui si è fatto portavoce Paolo Penna: la mancanza di un sistema adeguato per la raccolta dei rifiuti sanitari prodotti in casa da anziani e persone non autosufficienti.

Nel suo intervento pubblico, Penna ha portato all’attenzione della comunità una problematica quotidiana ma spesso invisibile: la gestione dei rifiuti sanitari prodotti nelle abitazioni di anziani, disabili, persone allettate e malati cronici. "Si tratta di una difficoltà concreta, che conosco da vicino", ha dichiarato, sottolineando come questa categoria di cittadini sia costretta ogni giorno a convivere con materiali potenzialmente infetti.

Pannoloni, traversine, garze, cateteri, siringhe, drenaggi: la lista dei rifiuti sanitari prodotti in casa è lunga e, in molti casi, si tratta di materiali impregnati di liquidi biologici. "Ci sono persone che, tra un conferimento e l’altro, devono tenere in casa oltre venti pannoloni. È una situazione che compromette la salubrità degli ambienti domestici", ha spiegato Penna.

Per questo, insieme ad altri cittadini, Penna ha inviato una mail a tutti i soggetti coinvolti nella raccolta porta a porta, chiedendo l’installazione di un cassonetto dedicato e chiuso, da condividere eventualmente tra più civici. Una richiesta semplice, sostiene, "nata da un bisogno reale".

Il Comune ha da tempo attivato un servizio per famiglie con elevata produzione di pannoloni, basato su sacchetti viola trasparenti e tre raccolte settimanali. Ma secondo Penna il sistema non funziona: "Non contempla tutti i rifiuti sanitari e obbliga comunque le persone a conservarli per giorni in casa". Una condizione particolarmente gravosa per chi ha mobilità ridotta, vive solo o non riesce a rispettare gli orari rigidi di conferimento. Il risultato, denuncia, è "un ulteriore degrado ambientale domestico".

C’è poi un aspetto che solleva forti perplessità: la privacy. I sacchetti viola sono trasparenti e rendono immediatamente riconoscibile il contenuto. "Questo significa esporre la condizione sanitaria di un cittadino davanti a tutti. Non è accettabile", afferma Penna, ricordando che il Garante per la Privacy considera illegittima qualsiasi esposizione visibile di dati sanitari attraverso i rifiuti.

Penna denuncia anche una disparità nel sistema attuale: "Alcuni cittadini possono usare cassonetti intelligenti che tutelano l’anonimato, altri invece devono esporre sacchetti o mastelli che rendono visibili informazioni sensibili".

Nonostante le segnalazioni inviate, non ci sarebbero state risposte. "Dispiace, perché un’amministrazione che non ascolta la propria comunità tradisce la sua missione", afferma Penna. La gestione dei rifiuti sanitari, precisa, non è soltanto un problema logistico: riguarda "la dignità, la privacy e la salute pubblica".

"Serve più attenzione, più ascolto, più rispetto, soprattutto verso i più fragili". Penna chiede tre interventi immediati: cassonetti chiusi e anonimi dedicati ai rifiuti sanitari; sacchetti opachi e non identificabili al posto degli attuali trasparenti; e l’unificazione dei colori oggi utilizzati per evitare disagi e confusione.

Elena Romanato

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