A pochi giorni dalla costituzione della Fondazione Uniti per Paolo, la storia del giovane albenganese rimasto tetraplegico dopo un’aggressione per la rapina del suo monopattino è approdata su Rete 4. La tragica vicenda è stata raccontata nel corso di una puntata della trasmissione televisiva Fuori dal coro, interamente dedicata alla violenza giovanile.
È stato lo stesso Paolo Sarullo, oggi venticinquenne, a rispondere alle domande della giornalista. Paolo lotta ogni giorno come un leone per affrontare una situazione difficilissima: ricorda tutto, lavora duramente per curarsi, con l’aiuto di mamma Miranda e della sorella Rossella, e sogna di tornare a camminare. Alla domanda su dove vorrebbe andare se riuscisse a farlo, risponde: “Vorrei andare in spiaggia. Sono quasi due anni che non vedo il mare. Per me è libertà”. Una libertà che gli manca da quella maledetta notte del maggio 2024, quando un gruppo di giovanissimi (tre minorenni e un maggiorenne) gli ha spezzato la vita “per divermento”. Lui privato della possibilità di vivere pienamente la sua giovinezza, gli aggressori quasi tutti impuniti, tranne uno che sta scontando una pena per un reato precedente.
“Siamo arrabbiati – dice la sorella Rossella – non ci sono pene commisurate al danno arrecato a Paolo e alla famiglia, senza contare il risarcimento praticamente inesistente. C’è tutto il calore e l’aiuto della gente, che è immenso, e siamo infinitamente grati, ma attendiamo anche un cenno dalle istituzioni. Noi non ci fermeremo, lo dobbiamo a Paolo”.
Intanto, dopo la grande mobilitazione che ha visto la partecipazione di tanti cittadini a numerose iniziative benefiche, la famiglia è riuscita a realizzare un altro obiettivo: la nascita della Fondazione, creata per trasformare una tragedia personale in un impegno civile contro la violenza giovanile. La Fondazione, nata con un capitale di circa 57 mila euro e senza scopo di lucro, punta a portare la storia di Paolo nelle scuole per prevenire bullismo e violenza, promuovere la legalità, sostenere le vittime e sensibilizzare le istituzioni.















