/ Al Direttore

Al Direttore | 22 settembre 2014, 13:45

Giochi pericolosi di Guerra, 27 Settembre 1943: il ricordo di una nostra lettrice

Giochi pericolosi di Guerra, 27 Settembre 1943: il ricordo di una nostra lettrice

Dal Diario Storico periodo bellico di Giacomo Accame 1940/1945 - 

Perchè le future generazioni rammentino!   Giochi pericolosi di Guerra.....27 Settembre 1943 Il coetaneo Tommaso Vigliercio (Classe 1928) -  avendo rinvenuto un razzo da  segnalazione  - è preso dalla giovanile, spensierata idea di farlo esplodere; così come facevano altri ragazzi Pietresi con i proiettili abbandonati dai soldati dopo lo sbandamento dell ' ex Regio Esercito (8 settembre 1943). Messo l' ordigno in mezzo ad alcuni sassi, dà fuoco alla miccia. Il razzo ,fischiando, veloce si lancia verso il cielo per poi esplodere con infuocata violenza. I soldati tedeschi  che sono di guardia al fortino del molo, si precipitano nei pressi del Monumento ai caduti, da dove - sono certi - è partito il razzo. Con i loro metodi sbrigativi rintracciano il giovane Vigliercio. Gli puntano il fucile contro e, con calci nel sedere, lo conducono nel piazzale antistante il molo dove è predisposto il plotone di esecuzione. La Gendarmeria Germanica accorsa, l' interroga circa il suo "criminale atto". Gli chiedono anche dove han nascosto la pistola lanciarazzi. Lo vogliono a tutti i costi, altrimenti, ripetono verrà fucilato. Mentre Tommaso dichiara disperatamente di non possedere alcun arma, interviene il podestà di Pietra , il quale, con la sua autorità e conoscendo molto bene la lingua tedesca, discolpa il Vigliercio. Nonostante i buoni uffici del Podestà e le suppliche del "prigioniero", i soldati lo vogliono fucilare sul posto. Il Podestà, come ultima difesa, spiega loro che si tratta di un bravo ragazzo che ha compiuto l' atto soltanto per una gioviale bravata, non avendo nulla a che vedere con le temute segnalazioni dirette alle unità navali inglesi operanti nel nostro mare, come i tedeschi pensavano. Le accorate, disperate insistenze del Podestà e anche una buona dose di fortuna, convicono la Gendarmeria teutonica a rilasciare a notte fonda il Vigliercio, dopo averlo , però sonoramente redarguito. Per la microstoria locale, ricordo , che verso la fine del mese di Novembre 1943, il padre del mio coetaneo - Ernesto Vigliercio, detto " u bersagliere" - mi aveva salvato dalle "grinfie" della locale Guardia Nazionale Repubblicana (R.S.N.) che dava la caccia ai giovani in cerca di armi e munizioni a suo tempo abbandonate dall' Ex Regio Esercito.I nfatti, avendo trovato dei caricatori di moschetto o di mitragliatrice nei pressi del locale Cantiere Navale, me ne appropriai. Nascosti nelle tasche del mio cappotto, mi diressi guardingo, a casa. Intuendo , però il pericolo, questa mia imprudente e pericololosa azione..., il Vigliercio mi avverte: "Guarda che han detto ai fascisti che hai dei proiettili. Liberatene subito perchè se ti prendono, sono rogne per te e per i tuoi " . Ubbidii gettandoli via. Arrivato in Piazza Vecchia, infatti,  i fascisti mi fermarono, ma non avendomi trovato alcunchè addosso, mi rilasciarono subito. Il buon Vigliercio mi aveva evitato tanti fastidi.

Stefania Saule

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium