Riceviamo e pubblichiamo di seguito.
Leggo con apprensione del via dato ai lavori SNAM per "aggiornare" il Metanodotto tra Savona e Cairo.
Mi spiego: varie volte si è parlato di un impianto di gassificazione da installare nella rada di Vado Ligure, con possibilità di allacciamento alla rete nazionale (ed internazionale!) e dell'ampliamento necessario per accomodare il gas liquefatto dagli impianti offshore possibilmente situati nella rada di Vado Ligure.
Tutte le varie associazioni si sono dette contrarie, ed anche la Regione, capitanata da Bucci, ha detto che l'impianto di liquefazione del gas a Vado, spostandolo da Piombino, non si farà... ma ben conosciamo le promesse dei nostri politici, vero?
Ed ora, fulmine a ciel sereno, arriva la SNAM con questa proposta di "aggiornamento" dell'impianto esistente per renderlo "piggabile". Premetto che il "PIG" (maiale in inglese) altro non è che una specie di spazzolone rotante inviato a pressione nei tubi per pulire la superficie interna delle tubature, comprendente o meno sistemi di supervisione (tipo telecamera) per vedere in che stato sono i tubi stessi.
Che si debba fare un aggiornamento delle tubazioni per questa ragione mi sembra un po' fuori luogo: le aree di partenza ed arrivo dei "PIGs" dovrebbero già esistere (sono parte integrante del progetto originale di qualsiasi tubazione Oil & Gas!), e non capisco come servano ben 55 aree aggiuntive da espropriare per realizzare un'opera che, invero, è relativamente modesta (un'area "piggabile" non richiede più di 500 mq comunque già esistenti sicuramente).
Mi sembra che questa opera, voluta da SNAM, sia un modo di aggirare il rifiuto di estendere/aggiornare il metanodotto per ricevere anche il gas prodotto poi dall'impianto offshore che prima o poi ci accolleranno i vari politicanti e/o prenditori al largo di Vado Ligure, in barba al volere popolare...
Riporto letteralmente: "La domanda di Snam, presentata il 26 giugno 2025, mira ad ottenere l’accertamento della conformità urbanistica, l’apposizione dei vincoli preordinati all’esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’opera."
Spero sinceramente che ci sia un garante preposto a verificare la effettiva necessità di quest'opera, perché una volta dichiarata "di pubblica utilità", non potremo più fare rimostranze senza incorrere nelle ire delle leggi che ci stanno piano piano modificando ad uso e consumo di profittatori e grosse multinazionali... in questo caso, leggi ENI, ENEL, EDF, etc...
Vediamo come si svilupperà questa storia, ma, come detto, spero sinceramente che qualche associazione si prenda il disturbo di verificare la proposta dell'opera (anche se 30 gg mi sembrano pochini...!), per assicurarsi che tutto sia al di sopra di ogni sospetto...
Pronto a mettere a disposizione di queste associazioni – serie, mi raccomando! – la mia esperienza come esperto di processi Oil & Gas, avendo partecipato per più di 30 anni in progettazione di impianti simili a livello internazionale. Basta chiedere.
Grazie per l'attenzione e distinti saluti.
Giuseppe Carbone














