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Albenganese | 07 maggio 2017, 15:30

Ginez & il Bulbo della Ventola presentano a Pietra Ligure il nuovo album

Siamo andati ad ascoltare una delle band più interessanti e affascinanti del panorama ligure attuale

Ginez & il Bulbo della Ventola presentano a Pietra Ligure il nuovo album

Si terrà venerdì 19 maggio a partire dalle 21, presso il castello di Pietra Ligure (cornice suggestiva e perfettamente adeguata all’atmosfera e al sound della band) la presentazione di “Canzoni, bottiglie & altre battaglie”, album d’esordio di Ginez e il Bulbo della Ventola. La formazione è composta da Ginez (voce e chitarra), Daniele Duchini (basso), Fabio Pollono (chitarra) e Roberto Ascoli (batteria).

Savonanews è andata a incontrare la band e ad ascoltare in anteprima tutto l’album in sala prove e qualche brano eseguito dal vivo in un locale della zona: siamo rimasti piacevolmente sorpresi da un sound coeso, compatto, caldo ed avvolgente, figlio del più nobile cantautorato “maledetto”, partendo da Paolo Conte e arrivando a Capossela, ma di volta in volta nei vari brani trasformato e “rivestito” con atmosfere di bossa nova, di swing, di country, di tango.

Ogni canzone racconta una storia e, chiudendo gli occhi, si ha la sensazione di precipitare in un film: storie di “feste moleste” dalle quali si torna a casa con la testa che scoppia, di baristi accondiscendenti che favoriscono la nascita di storie d’amore, ma anche di risse, di corna, di gelosia, di donne mitizzate, sognate e mai incontrate veramente… Come dice lo stesso Ginez: “Storie che in fondo tutti noi, prima o dopo, abbiamo vissuto. E questo rende le canzoni ancora più vere, perché ognuno ascoltandole le fa sue, mettendoci dentro un qualcosa del proprio vissuto; le nostre canzoni sono spazi a-temporali, che però fanno parte di un grande immaginario collettivo…”.

Già entrare nella loro sala prove è un’esperienza mistica: non la solita grigia, austera, polverosa saletta tipica di tutte le band, ma al contrario un posto colorato, pieno di mobili antichi, lampade di design, quadri e sculture (dovuto al fatto che il batterista ha lavorato molti anni nel campo delle gallerie d’arte), tanto che i musicisti stessi la chiamano “la Saletta Sistina”.

La prima domanda è d’obbligo: come nasce questo nome così bizzarro?

A ogni domanda non c’è uno che risponde, ma a turno parlano tutti, dando quasi vita a un incontro tra un talk-show e una seduta di psicoterapia collettiva: “Quando abbiamo iniziato avevamo in formazione un percussionista. Un giorno lui deve partire per le vacanze, ma il suo camper non ne vuole sapere di mettersi in moto. Abbiamo così scoperto l’esistenza del bulbo della ventola, un pezzetto minuscolo ma fondamentale, perché senza quello un intero mezzo da tre tonnellate non si muove di un centimetro. Ecco, la nostra band è come un motore, dove ognuno di noi è un pezzo fondamentale come il bulbo della ventola, senza ciascuno di noi il resto non gira”.

E il nome Ginez?

Spiega il cantante: “Ho fatto per molto tempo l’artista di strada in giro per l’Europa. Ero in duo con un flautista e serviva un nome corto e immediato, che capissero in tutte le nazioni che visitavamo: ci chiamavamo Toots & Ginez”.

La formazione come è nata?

“Ci divertiamo a raccontare le storie più assurde e demenziali, tipo che ci siamo conosciuti in galera, o dopo una rissa in un porto… In realtà questa formazione attuale si è stabilizzata ad agosto 2016, ma il progetto, passato attraverso varie trasformazioni, esiste da circa tre anni”.

Ecco, appunto, a proposito di risse al porto: nei vostri testi ricorrono spesso alcuni temi come il viaggio, il mare…

“Alla fine è un mare visto un po’ in lontananza, visto che in due abitiamo a Nasino, uno a Peagna e il nostro chitarrista arriva addirittura da Ivrea. Ma è qualcosa che abbiamo dentro, ci sembra di sentire costantemente il profumo della salsedine e lo sciabordìo delle onde dentro di noi. Fa tutto parte di quel film scaturito da un mix di poesia, sogno, ricordi, fantasia, dal quale nascono le nostre canzoni. Il nostro CD è come un libro: 12 canzoni e ogni canzone è un capitolo”.

Parliamo un po’ del disco che presenterete il 19 a Pietra Ligure: come e dove sarà distribuito?

“Per adesso è nato sotto forma di autoproduzione. Abbiamo registrato nello studio di Davide Galletti ed è stato un periodo magnifico, di grande partecipazione e interscambio con lui sul piano umano. Lo ringraziamo molto per come si è dedicato con passione e curiosità a noi. Per il resto… Non facciamo previsioni. Noi ci divertiamo suonando e questa per noi è la cosa più importante. Poi le vicende si evolveranno, con naturalezza e spontaneità, come è sempre avvenuto fino a oggi”.

Alberto Sgarlato

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