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Finalese | 21 agosto 2018, 14:26

Spotorno: III edizione per il festival musicale "Children of the Beach"

Quest'anno ben quattro band si avvicenderanno sul palco. E poi street-food, bancarelle e molto altro

Spotorno: III edizione per il festival musicale "Children of the Beach"

Torna anche quest’anno a Spotorno la rassegna musicale “Children of the Beach”, un evento di musica “altra”, di vario genere e di altissima qualità ma lontano dai riflettori, dalla tv e dalle classifiche, conosciuta e apprezzata da un pubblico di veri intenditori ma in realtà, nel momento in cui la si scopre, entusiasmante e coinvolgente per qualsiasi “palato” musicale.

Negli anni passati questa rassegna, organizzata dal Comune e dall'Associazione Commercianti in collaborazione con Raindogs House/Officine Solimano di Savona, ha portato sul palco spotornese nomi del calibro di The Winstons, una formazione italiana che porta alta la tradizione del “Canterbury sound”, tra jazz-rock e prog-rock, Claudio Simonetti, il grande tastierista che ha composto le colonne sonore dei grandi classici di Dario Argento e di George A. Romero, e Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree.

Appuntamento a partire dalle 19 dell’8 settembre in piazza della Vittoria a Spotorno, come sempre a ingresso libero. Il programma di quest’anno vede l’avvicendamento di ben quattro formazioni.

Si comincia il GDG Modern Trio, nuovo progetto che raduna alcune eccellenze musicali come Bruno Dorella dei Bachidapietra, Stefano Ghittoni dei Dining Rooms e Francesco Giampaoli dei Sacri Cuori (che già avevano suonato anni fa a Spotorno in apertura a un memorabile concerto del folksinger Robyn Hitchcock). Loro si definiscono “jazz cinematico contemporaneo”, un sound d’avanguardia ricco di sfumature e contaminazioni ma alla fine godibile per ogni palato.

Si passa poi ai Cyborgs: una nuova band italiana che fonde rock’n’roll ed elettronica. Loro non si firmano con i loro nomi ma, essendo un duo, ricorrono al codice binario, definendosi semplicemente “N° 0” e “N° 1”; due polistrumentisti che si alternano tra chitarre sanguigne, percussioni tribali e tastiere ipertecnologiche.

I Giuda sono un band italiana ormai di successo internazionale, contano già due tour negli Stati Uniti e hanno aperto il tour europeo di una leggenda come i Madness. Sono romani ma il loro rock’n’roll anni ’70 con sfumature glam e punk ormai è apprezzato in tutto il mondo.

Si termina con gli Uppertones, una delle numerose band allestite Mr. T-Bone, uno dei più famosi trombonisti italiani, affiancato dal pianista e cantante Peter Truffa e dal batterista Count Ferdi: un mix di soul, rock’n’roll, rhythm’n’blues, boogie e ritmi giamaicani.

Ci racconta Giovanni Spotorno, vicesindaco e assessore al turismo: “Siamo felici di essere giunti alla terza edizione di questo evento, pur dopo alcuni inconvenienti legati al maltempo dello scorso anno. Si tratterà di un vero e proprio minifestival, dal palinsesto ricco e vario. Si comincia presto, fin dalle 19:30: questo non soltanto per poter godere di ben quattro nomi sul palco, ma perché attorno alla rassegna musicale si potranno trovare street food, bancarelle e molto altro, in un contesto articolato e fruibile con piacere da tutti. Tutto ciò avviene grazie al fatto che l’Associazione Commercianti e Artigiani di Spotorno è co-organizzatrice, ma saranno presenti anche altre associazioni, dalla polisportiva alla Croce Bianca hanno già dato la propria collaborazione e altre si stanno aggiungendo in questi giorni. Il tutto è frutto di un lavoro svolto con le associazioni fin dai primi momenti del nostro insediamento come amministratori. C’è una collaborazione fattiva, reciproca e soprattutto sviluppata in ambedue i sensi. Il Comune crede nelle proposte delle associazioni, le promuove e le sostiene, e viceversa. Siamo soddisfatti di questa forte sinergia tra l’amministrazione, i cittadini e il tessuto associativo spotornese, dalla quale traggono giovamento tutti”.

La parola passa poi a Davide Delbono, assessore ai rapporti con le associazioni: “Per organizzare questo festival c’è un grande lavoro per garantirsi la disponibilità delle band: a settembre, infatti, molti artisti hanno già terminato i tour e iniziano a entrare in studio di registrazione per incidere i nuovi album. Tuttavia noi crediamo molto nel mese di settembre: questa rassegna musicale è un modo di lavorare per allungare la stagione, con una proposta capace di incuriosire e coinvolgere residenti, turisti e appassionati da altre zone d’Italia”.

A proposito di Italia, un calendario tutto italiano. Spiega Delbono: “Avevamo contattato anche alcune storiche band straniere, come i Gang of Four o i Dr. Feelgood, ma alla fine i costi lievitavano e temevamo che diventasse troppo ‘Operazione Nostalgia’ portare a Spotorno delle band estere di vecchia data, dai cachet elevati e che ormai spesso contano in formazione un solo componente originale o manco più quello. Per questo abbiamo preferito puntare su un vero e proprio festival con band italiane di qualità e molto diverse tra loro, per offrire una proposta vasta ed eclettica”.

Il nome della rassegna “Children of the beach” riecheggia un po’ un vecchio classico, cioè quella “Children of the grave” che impreziosisce il celebre album “Masters of reality” dei Black Sabbath. E a tal proposito l’assessore Davide Delbono racconta un episodio decisamente simpatico sulla nascita del nome: “Un bell’aneddoto si cela dietro a questa scelta. Mi trovavo ad assistere al concerto dei Tortoise, band di Chicago, che si esibiva sulla fortezza di Castelfranco a Finalmarina. Fu uno dei componenti dei Tortoise a dichiarare ‘You are the Children of the Beach’, storpiando il titolo sabbathiano per omaggiare questa folla sotto il palco con il mare alle spalle. Ho raccontato l’aneddoto alla maggioranza e questa sorta di ‘battesimo’ abbiamo pensato che fosse un bel marchio per la nostra rassegna di musica di qualità. E poi Children of the Beach vuol dire bambini della spiaggia, e chi ama la musica è sempre giovane”.

 

Alberto Sgarlato

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