Dopo aver celebrato il 150° dei Carabinieri nell’ex Ducato di Modena, due anni prima dell’Unità d’Italia, l’Associazione Carabinieri della Provincia di Modena ha ritenuto - in vista del Bicentenario dell’Arma – di assicurare giusta memoria ai Carabinieri che – nativi di Modena oppure in servizio nella provincia - allo Stato, alla Patria, alla Collettività, alle Istituzioni, alla “Convivenza internazionale”, alla sicurezza delle popolazioni, hanno sacrificato la vita in quanto “Custodi della Legge” e delle regole di civile cittadinanza.
Le cerimonie, nel corso dell’anno, si svolgeranno – a seconda delle opportunità – nei luoghi dell’evento o nei comuni ove è intitolata una Caserma od un luogo pubblico.
Questo impegno inizia domenica 22 gennaio commemorando – nel 65° della morte per conflitto a fuoco con banda di rapinatori a Modena - il Vice Brigadiere Celso VIGLINO, MAVM “alla memoria”: lo ricorderemo a Savignano (Sezione ANC di Vignola, presieduta dal Car. Azzani Cav. Giuseppe) la cui Caserma è a lui intitolata.
Vicebrigadiere VIGLINO Celso, MAVM “alla memoria” (nato il 31-03-1911 a San Giulio di Dego (Savona), arruolatosi a 19 anni il 25 novembre 1930, entrato in servizio dopo la Scuola Allievi, il 15 giugno 1931 ed assegnato alla Legione di Bologna, viene destinato a Modena.
Dopo 13 anni di servizio, coniugatosi a Modena, promosso Vice Brigadiere il 31 agosto 1943. Durante l’occupazione tedesca e l’annessione dell’Emilia-Romagna alla Repubblica Sociale Italiana (costituita da Mussolini il 23 settembre 1943, data della fucilazione del Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto), si sottrae all’incorporazione nella GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) disposta dal Generale Graziani, Capo delle FF.AA “Repubblichine”, e si unisce alle file della Resistenza.
Da poco padre della primogenita (nata a modena nel 1944), è “combattente partigiano” dal 4 novembre 1944 al 21 aprile 1945; è aiutante magg. di Battaglione nella “Brigata Zambelli” della Divisione “Modena Montagna” (successivamente nella Brig. “Fratelli Bandiera” della Divisione Italia, che raggruppava i “Partigiani militari”); appena avvenuta la “liberazione” si presenta al Centro Raccolta Carabinieri di Bologna il 28 aprile 1945 e viene riassegnato alla Stazione “Villa Freto” di Modena.
Gravemente ferito durante un conflitto a fuoco con malviventi il 18 gennaio 1947 all’ingresso del Garage “Solmi” in Via Trento e Trieste a Modena (ora Garage Ferrari, al civico 31-33) è deceduto - in seguito alle ferite - il 23 gennaio 1947, lasciando la moglie e i due bambini: il più giovane, allora di appena un anno, ha frequentato il Collegio dell’Opera Naz. Orfani dei Carabinieri a San Mauro Torinese e poi a Jesi, laureatosi in Ingegneria.
L’assassino – soprannominato dalla stampa “Uomo mitraglia” - venne assicurato alla giustizia e condannato all’ergastolo. Ottenne la grazia dopo 25 anni di carcere (detenzione ancora severa rispetto a ciò che avverrà più tardi): la “Grazia” fu concessa con il generoso consenso della vedova, Signora Leopolda.
Il “Giornale dell’Emilia” del 25 gennaio 1947, nell’annunciare i funerali per il pomeriggio, così riferisce: “…. Si apprende infatti che al termine delle angosciose ore che precedettero la morte, quando il paziente, già esausto, si sentì prossimo ad esalare l’ultimo respiro chiese i conforti della religione e alla suora che più gli era vicino rivolse con serena rassegnazione queste precise parole che costituiscono di fronte alla morte un alto documento di consapevole vita: “offro la mia vita alla famiglia e alla Patria che solo Gesù può salvare”..
Le spoglie del Vicebrigadiere Viglino riposano nel Cimitero monumentale di San Cataldo a Modena.
Vicebrigadiere VIGLINO Celso: motivazione della Medaglia d’Argento al Valore Militare “alla memoria” (nato il 31-03-1911 a Dego, Savona); deceduto in seguito alle ferite il 23 gennaio 1947). “Si offriva volontario per catturare un pericoloso fuorilegge, responsabile di omicidi e rapine, che affrontava coraggiosamente nonostante fosse fatto segno al fuoco di due pistole di cui era armato il bandito. Mortalmente ferito, ingaggiava una lotta corpo a corpo e, prima di cadere esausto, riusciva a strappare un’arma dalle mani del fuorilegge. Moriva dichiarandosi lieto di aver operato per la pacificazione e l’ordine della Patria.” - Modena, 18 gennaio 1947. - D.P.R. 12 marzo 1973 (all. 16). Dal maggio 1998 è intitolata a suo nome la Caserma Carabinieri di Savignano sul Panaro (MO)














