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Eventi | 30 maggio 2013, 14:38

Albenga, a Palazzo Oddo "Extimità" di Rubens Fogacci

Inaugurazione della mostra sabato 1 giugno alle ore 18

Albenga, a Palazzo Oddo "Extimità" di Rubens Fogacci

Sabato 1 Giugno, alle ore 18.00, nelle sale espositive di Palazzo Oddo, in Via Roma ad Albenga, si terrà l’inaugurazione della mostra personale “Extimità” dell’artista bolognese Rubens Fogacci, pittore, scultore, disegnatore e vignettista, che già ha esposto a Londra, Parigi, Ferrara, Venezia, Taormina, Bologna, Sanremo, Riccione e Forlì, ottenendo primi premi e prestigiosi riconoscimenti. L’esposizione, curata da Deborah Petroni, sarà a ingresso libero, dal Lunedì alla Domenica, dalle ore 10.30 alle ore 12.30, e dalle ore 16.30 alle ore 19.30, fino al 27 Giugno.

 

“L’arte di Rubens Fogacci vive sotto il segno dell’Extimità, l’esternazione della parte più intima del sé”, spiega Denitza Nedkova. “Non si tratta del semplice esternismo corporeo, di quella specie di “outing” della società odierna, dove tutto è esibito, urlato, nudo. Non si tratta neanche di un’intimità forzata a rivelarsi, tradita da uno spirito estroverso. La spiegazione di questo nuovo atteggiamento, antropologico prima ancora che estetico, sta nella riscoperta dell’intimo, avvenuta per mano della solita schiera d’intellettuali nella seconda parte del XX secolo e, quindi inte-letta, ragionata e indotta a ri-nascere, indubbiamente per il sentito malore della sua carenza. Ebbene, concesso l’ “ esibizionismo” alla nostra realtà, liberata di ogni internazione, essa tende, per semplice legge fisica, a bilanciare questo estremismo e a crea un ambiente spirituale, virtuale e telematico. Questo è il nuovo ambiente della vita interiore e, dunque, dell’intimità, meglio, dell’extimità o, per dirla con il celebre psicologo Pasini, la pubblicazione del privato. La nuova cyber intimità richiede il possesso, no, il possedersi di avanzati strumenti tecnologici che condannano, per la loro freddezza, alla solitudine e l’ isolamento davanti allo schermo, dove è diffusa on-line l’anima dell’uomo moderno. Lo spazio e il tempo della condivisione di sentimenti si azzerano, poiché virtualmente immediati. L’habitat della creatività, quella destinata all’interpretazione del segreto mondo intero, s’impoverisce perche trasmesso telematicamente, senza più produrre i corpi fisici della sua inesauribile flora e fauna. Questo avrebbe potuto essere il quadro della desolante realtà affettiva, se il nuovo illimitato fare estetico, quello sorto dopo “la morte dell’arte”, non avesse avvertito la progressiva perdita dell’essere a favore del fare e non avesse attivato procedimenti etici per contrastarla”.

“L’operazione artistica del giovane artista bolognese è esemplare per l’effettuarsi di questi dinamismi di rettifica. La sua ricerca nasce e si evolve con il chiaro intento né di nascondere, né di rendere virtuale, il ricco mondo del creativo, bensì di renderlo “fruibile” per il solitario consumatore cibernetico, capace di percepire solo con gli occhi, avendo perso la possibilità di coinvolgere gli altri sensi. Fogacci prepara frutti gustosi, succhi sgorganti, figure carnali e provocanti usando solo i colori e la propria maestria di pittore. Decisivo per la buona riuscita di questo “banchetto per gli occhi” è sempre il moto intimo, la personale gioia di vivere, portati all’esterno in un impeto barocco, generoso e inesauribile, come l’animo dell’artista”.

“Figure sinuose, colori vivi, disegno incisivo celebrano un nuovo realismo post-moderno e post-magico, in continua evoluzione come il costante work in progress della virtuale rete mondiale. Questa è un’affermazione voluta e fatta con convinzione giacché l’efficacia comunicativa è diventata la principale caratteristica anche per l’opera d’arte, costretta a misurarsi con un’infinità d’immagini, immediate e tecnologiche, ma non per questo capaci a competere con l’interattività di un oggetto artistico, nata dalla sua semplice presenza fisica. Essere qui e ora non significa rendersi visibili in questo momento, bensì offrire il corpo e l’animo all’esterno senza uno schermo di protezione. Rubens Fogacci si concentra non tanto sulla narratività della sua pittura quanto sulla sua presenza “invadente”, in quanto dominante nel contesto d’esposizione. La pienezza, la policromia e la dinamica delle forme donano un tono alto alla raffigurazione, conciliante figurativo e astratto nel linguaggio post-moderno che, già in precedenza, abbiamo definito come un Melting polular art. La distanza da una delle correnti più “chiassose” della storia dell’arte è evidente a livello concettuale: La Pop Art include lo spettacolo quotidiano della società moderna, mentre Fogacci esterna la complessità della vita interiore, realizzando l’Extimità dell’intimità”.

c.s.

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