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Attualità | 26 settembre 2013, 18:00

Inchiesta Tirreno Power, emersi nuovi dati: 5 fattori inquinanti riconducibili esclusivamente all'azienda

E c'è già chi parla di una nuova Ilva

La "Tirreno Power"

La "Tirreno Power"

Si allarga a macchia d’olio il dibattito sulla Tirreno Power: ieri l’azienda è stata al centro di servizi nazionali sul TG5 e sul TG4 e oggi il settimanale Panorama le dedica addirittura la copertina con tanto di eloquente sottotitolo:”La magistratura indaga su migliaia di morti vicino alla centrale a carbone di Vado Ligure, di cui la famiglia di Carlo De Benedetti è comproprietaria”.

Tre mesi fa è stata consegnato al procuratore di Savona Francantonio Granero una dettagliatissima consulenza tecnica, all’interno del quale si trova anche uno studio epidemiologico compilato da tre periti che per due anni hanno analizzato le cartelle cliniche di migliaia di pazienti, compresi tra il 2000 e il 2008.

I reati ipotizzati dai magistrati, sono disastro ambientale e omicidio colposo: attualmente il fascicolo è aperto a carico di ignoti. Le emissioni, ha scritto il Secolo XIX il 19 settembre, avrebbero provocato 1.000 morti di tumore. Immediata la smentita della Tirreno Power"Quanto emerso da alcuni media locali non è coerente con i dati ambientali disponibili, che sono numerosi e pubblici, ed evidenziano una buona qualità dell’aria complessiva del territorio savonese che pongono la provincia di Savona tra le migliori in Italia. Tirreno Power svolge la propria attività produttiva nel rispetto delle normative secondo quanto previsto in termini di tutela dell’ambiente”.

In queste ultime ore sarebbero però trapelate altre indiscrezioni: secondo TGCOM 24 sembrerebbe infatti che non si debba più trovare una cartella clinica da collegare direttamente alla centrale, ma tramite una specifica mappatura del territorio sarebbero stati trovati nelle analisi cinque fattori inquinanti "esclusivi" che sarebbero riconducibili solo alla Tirreno Power. Da questa mappatura emergerebbe inoltre che la presenza di polveri, nella zona di massima e minima ricaduta, sarebbe maggiore della media nazionale: in cinque anni solo per i tumori si sarebbero ammalati 500 bambini e 1500 adulti in più rispetto alla media nazionale. Unico dato in controtendenza rispetto a quanto emerso sinora sarebbe che le emissioni, dal 2002 a 2008, avrebbero provocato 300 morti nella zona di massima ricaduta.

E se la Rete Savonese “Fermiamo il carbone” punta il dito contro il Presidente Burlando, che sarebbe stato a conoscenza delle criticità sanitarie, ci sarebbe già chi parla di una nuova Ilva.

Cinzia Gatti

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