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Attualità | 30 gennaio 2015, 14:30

Dancing 3’s: gli anni ’80 non moriranno mai!

Una validissima cover-band specializzata nella storia della new-wave, synthpop e new romanthic

Dancing 3’s: gli anni ’80 non moriranno mai!

Gli anni ’80 sono stati, dal punto di vista musicale, uno dei momenti più fertili, vivaci e brillanti che si ricordino. Ancora oggi il sound degli anni ’80 è tra quelli più amati dal pubblico: musica che si può “anche” ballare, ma non solo, “anche” ascoltare con attenzione, perché è ricca di colori e sfumature, ma non solo, che si può cantare, perché ogni melodia è di quelle che si ricordano e che restano nel cuore.

Savona ha nel novero delle sue moltissime bands, che abbiamo imparato pian piano a conoscere in questa rubrica, anche una formazione che celebra il sound degli anni ’80 riproponendolo con grande fedeltà. Loro si chiamano Dancing 3’s e presentano una scaletta raffinatissima e molto variegata, che passa dai classicissimi ormai immortali e più amati, quelli dei Duran Duran, dei Depeche Mode, degli Eurythmics e della cosiddetta italo-disco, fino ad autentici “gioielli” di grande raffinatezza, come i Visage, gli Industry, i Soft Cell e molti altri.

Come immagine a corredo di questo articolo troviamo i tre componenti dei Dancing 3’s “miscelati” in graziosi e divertenti fotomontaggi con i personaggi più leggendari di quell’epoca!

 

1.       Partiamo dalla formazione: chi sono e quando nascono i Dancing 3? Presentate i singoli componenti ai Lettori di Savonanews.

Ciao Alberto, innanzitutto complimenti per il lavoro che fai per far conoscere la realtà musicale savonese e grazie per l’opportunità di comparire sulla tua rubrica. I Dancing 3’s (soprannominati i 3’s o gli alberelli danzanti) si sono formati ad aprile 2014 e sono Mauro alla voce, Antonio alle tastiere e Carlo alla batteria e cori… ma secondo Antonio il vero leader del gruppo è la sua tastiera Korg Kronos che dirige e comanda tutti (letteralmente visto che è lei a dare il tempo e a suonare le basi).

2.       Sempre a proposito di formazione: uno schema decisamente inconsueto, voce, tastiere e batteria, davvero raro in una Savona abituata a sentir “ruggire” le chitarre! Che cosa vi ha portato a scegliere questa soluzione così atipica?

Come accade sempre i 3’s sono il risultato di vari progetti musicali iniziati e mai concretizzati, cambi di componenti dovuti ad idee e opinioni non convergenti, fino ad arrivare alla formazione attuale, un po’ ridotta senza basso o chitarra, ma che finalmente ci ha trovato tutti d’accordo su cosa fare e come (in pratica siamo tre deficienti allo stesso modo e quindi ci troviamo bene insieme).

3.       No, dai! Non dite così! Invece siete molto in gamba e la vostra proposta è intelligente, raffinata e originale. Ma torniamo all’intervista: il vostro sound affonda le radici nella crema delle più sofisticate proposte della new-wave, dell’electropop  e del synthpop anni ’80; nella vostra scaletta si possono apprezzare i grandi classici, come “I just can’t get enough” dei Depeche Mode o “Mad World” dei Tears for Fears, ma anche autentiche “perle rare” di grande raffinatezza, come “State of the nation” degli Industry, “Face to face” dei Twins, o “Fade to gray” dei Visage. Come è nata l’idea di tributare questo genere e come avviene la scelta dei pezzi?

Fin dagli inizi la nostra idea è stata di riproporre la musica che ci piaceva da ragazzini, quella british invasion dei primi anni ’80 catalogata con vari nomi ed etichette come new wave, new romanthic e synth pop. Senza vincolarci ad una band in particolare, volevamo soprattutto riprodurre le atmosfere ed i suoni, ovviamente molto elettronici, tipici di quegli anni. Si tratta di un genere complesso da rendere perché fatto di synth, drum machine, sovraincisioni ed una miriade di effetti di tutti i tipi e quindi nei live si devono per forza usare delle basi pre-registrate, come del resto si faceva veramente in quegli anni. Oggi, grazie ai computer, dal vivo non è difficile riprodurre tutti quei suoni, poi però il risultato rischia di sembrare più un karaoke che un concerto ed è per questo che abbiamo deciso di suonare non solo le tastiere ma anche la batteria, anche se elettronica per questione di suoni, per avere un effetto più ‘live’ e dinamico.

4.       Ho avuto il piacere di sentirvi dal vivo e siete davvero validi nel riproporre i capolavori di un decennio ben preciso, riproponendone i suoni e gli arrangiamenti con una sincera devozione e con cura del dettaglio. Quanto lavoro c’è dietro a un vostro concerto?

Grazie per i complimenti, che fatti da un tastierista di esperienza come te fanno ancora più piacere. In effetti c’è davvero molto lavoro, soprattutto da parte di Antonio che si occupa dell’enorme compito di ricerca dei suoni e di preparazione degli arrangiamenti e delle basi. Come dicevamo, noi vogliamo riprodurre nei nostri live il più possibile le atmosfere di quei generi e per riuscirci è necessario essere molto attenti nella ricerca dei suoni, aggiungendo anche tutti quei 'suonini' ed effetti di cui erano letteralmente infarciti i brani di quegli anni e senza i quali la resa sarebbe molto inferiore. Siamo molto contenti del risultato che abbiamo ottenuto, con un repertorio che va dall’elettronica d’autore dei Kraftwerk alla disco dance nostrana di Sandy Marton, passando per i Depeche Mode ed i Duran Duran e  che possiamo rinnovare spesso per continuare a divertirci sia noi che chi ci ascolta.

5.       E ovviamente ci salutiamo con la domanda che si aspettano tutti coloro che, incuriositi da questa intervista, vorrebbero sentirvi dal vivo: dove e quando saranno i prossimi appuntamenti?

Il prossimo appuntamento live sarà il 31 gennaio 2014 all’Insomnia nel Porto di Savona. Per altre date potete consultare la nostra pagina Facebook cercando Dancing 3’s

Alberto Sgarlato

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