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Finalese | 05 giugno 2017, 08:46

A Noli le radiazioni elettromagnetiche fanno paura

Una lettera aperta al sindaco e a tutti i consiglieri da parte del Comitato Nolese per la sicurezza e l'ambiente

A Noli le radiazioni elettromagnetiche fanno paura

Il problema dell’inquinamento da radiazioni elettromagnetiche a Noli è estremamente sentito, tanto da far nascere un comitato che si occupa del problema, denominato “Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente”.

Il più recente capitolo in ordine di tempo è stato un incontro pubblico, svoltosi il 19 aprile, nel quale si è fatto il punto della situazione attuale. Tratto, quindi, un bilancio della vicenda, il Comitato ha chiesto spiegazioni all’amministrazione scrivendo una “Lettera aperta” al sindaco e a tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza e denunciando una mancanza di risposte in merito alle decisioni del Comune sulla telefonia.

Tre fitte pagine di testo (che noi qui per motivi di spazio cercheremo di condensare nei punti essenziali), dove si ripercorre tutta la storia delle antenne nolesi.

Scrive il Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente: “Vi abbiamo recentemente rivolto 5 domande in merito agli impianti di telefonia mobile sul nostro territorio e vi abbiamo ufficialmente invitati all’incontro  pubblico del 19 aprile per sentire le vostre risposte, dal momento che alle nostre lettere di ottobre e novembre 2016, sullo stesso tema, non avevate dato riscontro alcuno.

 

A parte un Consigliere di Minoranza, che si è detto poco informato sulla materia, lei sig. Sindaco e voi restanti Consiglieri, avete ritenuto di non intervenire al suddetto incontro, facendovi sostituire da una lettera, a firma del Sindaco, molto meno coinvolgente e molto più conveniente di un confronto diretto con la popolazione, peraltro su problemi che la riguardano.

Tale lettera, che ci è servita in assemblea e ci servirà ora per contestare ancora una volta molte delle vostre affermazioni, espone in dettagli giustificativi, la lunga storia delle antenne svoltasi sotto le Amministrazioni Niccoli e Repetto”.

Il Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente prosegue con alcuni punti essenziali: “Per rispondere alla domanda a che punto sia giunto l’ultimo Piano antenne (POST) adottato dal Comune nel 2015, scrivete di aver indirizzato alla Regione su invito del progettista, ingegner Muraglia, “puntuale richiesta” di chiarimenti sulle prescrizioni che con Decreto essa impone a tale Piano.

Ma solo per chiedere chiarimenti avete impiegato ben nove mesi, da giugno 2016, quando avete ricevuto il Decreto, a marzo 2017 prolungando così sempre più l’iter di un POST cominciato con la bozza Boffelli (Amministrazione Niccoli), proseguito con 3 adozioni di POST redatti dall’ing. Muraglia nel 2008, nel 2013 (Amministrazione Repetto) e nel 2015 (nuova Amministrazione Niccoli) senza giungere mai ad approvarlo e quindi a renderlo vigente: l’inspiegabile e ingiustificato ritardo accumulatosi in troppi anni di cammino, non ancora terminato, ha  avuto come conseguenza la libera installazione sul territorio degli impianti anziché la loro “regolamentazione” per “minimizzare il rischio di esposizione” come dice la legge”.

“La salvaguardia – proseguono i firmatari del Comitato - dovrebbe scattare dopo ogni adozione di Piano comunale, durare fino alla sua approvazione o, in mancanza di questa, per un periodo di tre anni. L’Amministrazione Repetto l’ha sempre negata, anche nei Consigli Comunali che hanno adottato i POST del 2008 e 2013, appellandosi impropriamente a sentenze pronunciate su casi dissimili dal nostro. Se fosse stata applicata la salvaguardia nelle modalità con cui è stata applicata ora, non avrebbero potuto essere autorizzati nel 2014 né l’impianto di San Michele, mai inserito in alcun Piano, né quello di via Defferrari 26 che avrebbe dovuto essere a non meno di 50 metri dalle scuole, mentre è a soli 28. Tanto meno se ci fosse stato un POST vigente, non essendo previste le due suddette installazioni. Invece le abbiamo tutte e due, la prima autorizzata, l’altra funzionante e addirittura potenziata”.

Il Comitato solleva poi la vicenda dell’appello al TAR di una società di telefonia: “Riguardo alla sentenza di condanna del Comune da parte del Tar a cui è ricorsa la società telefonica contro la revoca comunale, la sua lettera, sig. Sindaco, si limita a riferire che la Giunta non ha ritenuto di ricorrere in Appello. Vi chiedevamo ben altro (anche nella lettera di ottobre 2016 rimasta senza risposta) sulle procedure comunali riguardanti la Stazione di San Michele e sulle relative responsabilità; dopo le prove congiunte per verificare presunte difformità tra Progetto e Scheda rappresentante le simulazioni dell’impatto paesaggistico, ci sono state da parte nostra vivaci e ripetute obiezioni, tra l’altro mai smentite, ma nemmeno oggetto di approfondimento sulle questioni sollevate, né si è ottenuto un confronto tra le parti e tra le foto allo scopo di giungere ad una verità oggettiva. “Datemi un solo elemento ed io…”, “aiutatemi ad aiutarvi” soleva dire, sig. Sindaco: elementi gliene abbiamo dati tanti, ma nonostante prove e controprove, contestazioni verbali e scritte, la documentazione non è stata rivista e nemmeno discussa con noi. Alla luce di tali carenze, avevamo manifestato pubblicamente la previsione che il Comune stava mettendosi in condizioni di perdere un eventuale ricorso del gestore.

Lei, sig. Sindaco, un intervento l’aveva fatto, è vero, trasferendo la pratica alla Commissaria ad Acta (che aveva revocato l’autorizzazione all’impianto di San Michele precedentemente rilasciata, segno che i nostri Esposti al Comune non erano campati in aria), ma anche in quel caso è stato commesso un errore ignorando l’art. 30 del Regolamento Uffici e Servizi Comunali che prevede sia esplicitata, a motivazione di tale passaggio, una situazione di necessità ed urgenza (che in realtà c’era).

Tale errore che il tribunale definisce “assorbente”, pregiudica un eventuale ricorso in Appello: ecco perché è palesemente inutile ricorrervi in quanto l’Appello non potrebbe che confermare la sentenza del TAR.

Così, le conseguenze di tale sentenza, ambientali e pecuniarie, ricadono sulle spalle dei Cittadini; le seconde vanno ad aggiungersi ai costi dei ripetuti incarichi professionali per la redazione di POST mai conclusi dal Comune. Ora il Comitato non può che prendere atto della situazione e nonostante tutta la sua battaglia, constatare la propria impotenza con l’amara percezione di essere stato, in tanti anni di rapporto col Comune, più un intralcio che un’opportunità per una reale e fattiva collaborazione.

Sia ben chiaro che il nostro Comitato non ha contestato la necessità di antenne per un servizio divenuto ormai insostituibile, ma si è speso per la loro regolamentazione e l’esclusione di siti critici o potenzialmente rischiosi, a favore di soluzioni meno impattanti. Per tanto tempo, anche pagandosi le consulenze per accedere ad informazioni chiare, ha fornito documentazione facendo opera di divulgazione col supporto di medici ed esperti tecnico-scientifici attraverso convegni, assemblee e manifestazioni pubbliche, opera di vigilanza, a volte persino di supplenza, opera di critica e di denuncia appellandosi ai principi di trasparenza e oggettività. Ora il nostro senso civico ci impone di intervenire con questa lettera aperta, sulla verità dei fatti e di renderne consapevoli i nostri concittadini.

A voi, egregi Amministratori, chiediamo di lasciarci il diritto di interrogarvi senza che interpretiate il fatto come un affronto sottraendovi ad un dibattito pubblico: dovreste invece sentire il dovere morale e istituzionale di rendere pubblicamente conto ai vostri elettori e a tutta la Comunità delle scelte operate in loro vece”, concludono i firmatari a nome del Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente.

Alberto Sgarlato

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