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Solidarietà | 12 aprile 2018, 17:52

Outdoor e inclusione: arriverà anche a Finale la mappatura dei sentieri "per tutti"? (FOTO e VIDEO)

Un progetto nato in Emilia Romagna ha avviato i primi sopralluoghi nei percorsi del Finalese

Outdoor e inclusione: arriverà anche a Finale la mappatura dei sentieri "per tutti"? (FOTO e VIDEO)

Sport e inclusione. Inclusione significa che tutti, dai cosiddetti “normodotati” ai diversamente abili, devono poter vivere qualsiasi attività insieme, sia essa di svago, sportiva, turistica, senza barriere e limitazioni. Un concetto che sta diventando sempre più radicato a livello internazionale e che finalmente approda in Liguria. All’inizio di questa settimana, infatti, Massimo Gherardi e Matteo Brusa di Boreal Mapping, azienda che collabora strettamente con la fondazione per lo Sport “Silvia Rinaldi”, in provincia di Bologna, si sono recati per un sopralluogo nel finalese dove hanno visitato alcuni tra i più frequentati percorsi outdoor. La loro missione è quella di valutare lo status della sentieristica in modo da mapparla per gradi di difficoltà in termini di percorribilità da parte dei diversamente abili con le loro bike.

Gherardi, professionista nel settore della cartografia, docente di sistemi infogeografici e GPS all’università di Bologna, nonché istruttore di mountain bike dal 1996 ci spiega che il progetto è nato grazie alla collaborazione con la fondazione per lo Sport “Rinaldi”, costituita nel 2007. Commenta Gherardi: “Presso lo Sci Club Sestola, nella zona da cui proveniamo, l’istruttrice della nazionale e allenatore di sci alpino Barbara Milani ha allestito una squadra che vede atleti diversamente abili e normodotati insieme. L’integrazione è possibile”.

Il suo socio Matteo Brusa spiega che, dopo alcuni percorsi sperimentali, con lo sci e l’arrampicata, l’attività si è estesa alla mountain bike e, dopo un inizio in due piccoli comuni sul monte Cimone (sull’Appennino Settentrionale, in provincia di Modena), rapidamente è arrivato il coinvolgimento della Regione Emilia Romagna e, di conseguenza, anche l’interessamento dell’Unione Europea che porterà questo esempio in Spagna, Portogallo e Bulgaria.

Massimo Gherardi tiene a precisare che la valutazione dei percorsi avviene secondo i criteri IMBA (International Mountain Bicycling Association), quindi uno standard oggettivo, uniformato e riconosciuto a livello internazionale.

Ed è proprio qui che entra in gioco il Finalese: infatti Enza Marino, fondatrice del team RxM, ha organizzato a Finale Ligure degli eventi IMBA e sono stati i funzionari di IMBA Italia a parlare con Boreal Mapping di queste realtà finalesi e a creare il contatto.

Enza Marino, biker e organizzatrice di “Wheels for Ladies”, ha fatto da guida agli ospiti bolognesi (che hanno soggiornato a Pietra Ligure) per i più bei percorsi outdoor del comprensorio. Durante il nostro incontro con Boreal Mapping c’è stata anche la toccante videtelefonata su Skype con Phil, atleta diversamente abile che ha raccontato le sue esperienze a bordo della sua “four wheel handbike” insieme a Enza per il Finalese. Phil non esclude di tornare in Liguria per fare da tester proprio in questo progetto di mappatura della sentieristica “inclusiva”. Ma non è tutto: nel District of Cumbria, dove vive, Phil è diventato egli stesso progettista di handbike, per cui potrebbe decidere di collaudare qualcuno dei suoi futuri modelli proprio nel Finalese.

E adesso? Nelle due videointerviste che seguono, Massimo Gherardi e Matteo Brusa spiegano come intenderanno muoversi per portare nella nostra provincia il loro progetto di mappatura: “Il nostro sito www.outdoor365.net raccoglie già 45 itinerari percorribili da tutti (cinque per ciascuna delle nove province della nostra regione, l’Emilia Romagna). Vogliamo arrivare ad avere una mappa interattiva potenzialmente planetaria, anche con partnership estere”.

Conclude Enza Marino, che ha fatto da tramite tra tutta questa realtà e il Finalese: “Innanzitutto voglio ringraziare gli amici di Boreal Mapping per questa visita e Mario Parodi del residence Holidays di Pietra Ligure che li ha ospitati. Avendo lavorato nel settore della ASL e anche in campi che fondevano sport e disabili, ad esempio l’ippoterapia, ho sempre fortemente creduto in un percorso inclusivo: lo sport non solo può essere di tutti, ma deve esserlo. Lo sport è un fondamentale veicolo sociale che influenza positivamente le persone e i loro contesti familiari, indipendentemente dal fatto che si tratti di diversamente abili o di normodotati. E nella mia ottica di collaborazione e di dialogo credo che si possa lavorare bene tra Comuni, Regione, Enti, CONI, associazioni sportive e tutte le categorie che vorranno essere coinvolte in questo importante progetto”.

Alberto Sgarlato

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