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Attualità | 30 dicembre 2018, 15:20

Trento: nessuna sanzione disciplinare per i 100 detenuti in rivolta che hanno devastato il carcere, la protesta del SAPPE: "È uno scandalo!"

"È questo il nuovo corso di Bonafede e Basentini?"

Trento: nessuna sanzione disciplinare per i 100 detenuti in rivolta che hanno devastato il carcere, la protesta del SAPPE: "È uno scandalo!"

Attacco frontale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e al Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini, per le modalità di gestione delle carceri del Paese. Il Sindacato lamenta la mancata convocazione, nella sede ministeriale di via Arenula a Roma, per affrontare la spinosa questione delle carceri, argomento che per il SAPPE dovrebbe essere al primo punto dell’agenda ministeriale, anche alla luce degli ultimi gravi eventi critici accaduti in vari penitenziari tra i quali Lucca, Pisa, Civitavecchia e Trento. E sono proprio i provvedimenti assunti dal DAP verso i detenuti rivoltosi di Trento a scatenare la protesta del SAPPE.

Spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Altro che cambio di passo sul governo delle carceri.  I detenuti facinorosi di Trento, trasferiti in massa, sono giunti negli istituti di assegnazione senza alcun provvedimento disciplinare. Solo sfollamento! Nessuna sanzione disciplinare, nessun consiglio di disciplina, nessun isolamento, nulla! Ora, dico io, si può accettare tutto questo? Questi, come tutti i detenuti che in carcere si rendono protagonisti di comportamenti violenti e di rivolte (come Trento, Lucca, Sanremo, Airola), devono essere sottoposti al regime speciale della sorveglianza particolare previsto dall’Ordinamento Penitenziario all’articolo 14 bis. Il regime di sorveglianza particolare prevede restrizioni al trattamento e ai diritti dei detenuti ritenuti pericolosi per la sicurezza penitenziaria. In base all’articolo 14 bis possono essere sottoposti a regime di sorveglianza particolare per un periodo non superiore a sei mesi, che può essere prorogato più volte, ma ogni volta in misura non superiore a tre mesi, i detenuti che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza negli istituti penitenziari, quelli che con la violenza o le intimidazioni impediscono le attività degli altri detenuti, quelli che nella vita penitenziaria mettonoin stato di soggezione altri detenuti. E invece tutto questo non è avvenuto! E’ questo il nuovo corso nella gestione delle carceri di Bonafede e Basentini? Noi non ci stiamo!”. 

Ma Capece mette sotto accusa anche la gestione della Polizia Penitenziaria da parte del Capo DAP Basentini: “Da quando è arrivato lui al Dipartimento, il Corpo rischia di fare un passo all’indietro di 40 anni! Basentini vorrebbe cacciare la Polizia Penitenziari dalle Procure delle Repubbliche, dai Tribunali di Sorveglianza, dagli Uffici giudiziari, dai varchi dei Palazzi di Giustizia di Napoli e Roma, persino dalla DIA! La scusa è quella di rinforzare gli organici dei Reparti nelle carceri, ma non è affatto così visti i numeri. La realtà ci sembra invece essere che Basentini vuole annientare l’identità di Corpo di Polizia dello Stato della Polizia Penitenziaria, specie nel suo ruolo interforze, e per farlo vorrebbe mortificare tante professionalità che nel tempo hanno elevato la professionalità del Corpo. Non lo possiamo accettare! Basentini non può fare il forte con i deboli, ossia con i poliziotti, ed essere poi debole con i forti, cioè i detenuti! Non lo accettiamo e glielo grideremo in faccia, a Roma, a Potenza ed ovunque andrà! La Polizia Penitenziaria merita rispetto e per questo, se Basentini dimostra di non avere ancora capito quali sono i reali problemi dei penitenziari italiani.chiediamo al Ministro della Giustizia Bonafede un urgente incontro al Ministero!”.

Comunicato Stampa

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