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Attualità | 29 giugno 2020, 16:10

Manifestazione di venerdì scorso ad Albenga, l'appoggio di Uil-Fpl: "La sanità resti pubblica"

Pallaro: "Ottima partecipazione, siamo soddisfatti". Uil-Fpl: "Non si può smantellare il pubblico senza offrire ai cittadini nessuna alternativa al privato"

Manifestazione di venerdì scorso ad Albenga, l'appoggio di Uil-Fpl: "La sanità resti pubblica"

“A bocce ferme”, come si dice in questi casi, il gruppo albenganese dei Cittadini Stanchi esprime la propria soddisfazione per la manifestazione svoltasi nella piazza del Comune di Albenga nel tardo pomeriggio di venerdì scorso. Tanto pubblico di passanti curiosi, ma tutto nella massima serenità e nel rispetto delle norme sul distanziamento, con una sana voglia di confronto costruttivo sempre senza tensioni e senza alzare la voce.

A distanza, in videocollegamento da casa sua, anche Max Biovi, il “leone di Albenga”, che ha raccontato la sua positiva esperienza con il personale Covid-19 competente e preparato.

Commenta Angelo Pallaro, promotore dell’evento: “Considero tutto ciò un successo. Abbiamo ribadito ciò che continuiamo a dire dal 2017 e l’emergenza Coronavirus ha dimostrato una volta di più: cioè che una struttura pubblica in un comprensorio vasto come quello di Albenga serve e deve restare tale. Il Santa Corona ha fatto miracoli e il lavoro svolto dal personale è encomiabile, ma non si può lasciare questa struttura da sola: non possiamo sapere adesso se e quando il Covid-19 ritornerà e in quale forma. In una città ad alto tasso di anziani come Albenga tutto questo è un grave pericolo, per cui abbiamo bisogno di una sanità pubblica efficiente che gestisca al meglio queste emergenze ma anche la quotidianità. Siamo felici di sapere che Punto di Primo Intervento riaprirà, ma 12 ore al giorno non ci bastano. Siamo in estate, la popolazione si moltiplica a dismisura, il traffico è congestionato e non si può pensare di mandare un infortunato al Santa Corona con tutti i disagi di tempo e di traffico che comporta. L’ospedale deve essere attivo sulle 24 ore in ogni sua funzionalità”.

Conclude Pallaro: “Sono stati tanti i politici del comprensorio e della provincia che sono intervenuti per un saluto e hanno preso il microfono per partecipare al dibattito, a cominciare dal segretario del Pd di Albenga Ivano Mallarini, che è intervenuto per primo. Questa per noi è una grande vittoria. Come è una grande vittoria ribadire che il sindaco Riccardo Tomatis sta continuando quel percorso di difesa della sanità già intrapreso dal suo predecessore Giorgio Cangiano. Però una piccola delusione in tutto questo la abbiamo: poteva essere l’occasione per i vertici della maggioranza in Regione Liguria per presentarsi, per dire la loro e per spiegare i loro progetti. Perché hanno scelto invece ancora una volta di schivare il confronto pacifico e costruttivo con i cittadini?”

Non solo tanti politici nella piazza albenganese, come ricordato da Pallaro, ma anche i sindacati.

Commenta infatti Franco Bertolo di Uil-Flp (Federazione Poteri Locali): “In circostanze estreme come il Covid-19 la gestione del privato si è rivelata fallimentare, parlano i numeri in Lombardia e Veneto solo per citare un esempio. Ovviamente noi non siamo contro al privato, ma non può essere imposto in modo prepotente senza dare al cittadino una solida alternativa pubblica. Invece vediamo che la Regione di fatto sta procedendo con una severa opera di smantellamento del pubblico a vantaggio di investitori privati. Ricordiamoci anche che per la riorganizzazione dei reparti in chiave Coronavirus, gli ospedali di Albenga e Savona hanno dovuto sostenere investimenti non indifferenti. Nel quadro generale, vogliamo spezzare una lancia a favore del commissario Paolo Cavagnaro e del direttore amministrativo Antonella Valeri, sia perché negli ultimi due anni hanno lavorato sul fronte di nuove assunzioni, sia per l’ottimo dialogo a cadenza più o meno mensile stabilito con tutte le sigle sindacali e le federazioni di pensionati per aggiornarci sul quadro sanitario.

Tornando all’emergenza Covid-19, la straordinarietà dell’evento ha portato delle strutture ospedaliere in carenza di organico a reclutare infermieri e OSS attraverso ogni canale possibile. E ciò, di riflesso, è andato a penalizzare realtà già in sofferenza a causa del virus come le RSA (Residenze Sanitarie Assistite) e le RP (Residenze Protette). Sarebbe ora che la Regione ripensasse in toto le tempistiche minime assistenziali, potenziando gli organici. Oggi per la pulizia di una stanza ospedaliera un OSS non ha più di 13 minuti di tempo in media, mentre in una RSA o RP un infermiere può dedicare a un singolo paziente solo 63 minuti sulle 24 ore, pari al solo cambio di pannolone, se fatto con criterio, per 3 o 4 volte nell’arco della giornata”.

Alle parole di Franco Bertolo fanno eco quelle di Cinzia Guanci, segretario territoriale Uil-Fpl per il Ponente Ligure, abituata a confrontarsi con la realtà imperiese, che spiega: “Nel mondo della sanità sempre di più gli ospiti delle RSA ed RP sono visti come semplici malati terminali parcheggiati in attesa del decesso e, di riflesso, gli infermieri alla stregua di poco più che macchinette per distribuire farmaci. No, non è e non deve affatto essere così, in ambedue i casi. Gli ospiti di queste strutture sono anziani con pluripatologie complesse che hanno bisogno di un’esistenza dignitosa e di essere seguiti con terapie molto articolate, se vogliamo dare un servizio che sia soprattutto qualità, non solo quantità”.

Concludono concordi gli esponenti di Uil-Fpl: “La Regione continua a focalizzarsi sulle privatizzazioni della sanità, quando ci sarebbero in campo ben altre urgenze su cui intervenire. Pensiamo, ad esempio, al quadro delle infrastrutture e della mobilità. Siamo reduci dall’ennesimo weekend con tempi di percorrenza da 6 ore per coprire 40 km e ciò in termini di rischio per la sicurezza si riflette anche nell’eventuale tragitto di un’ambulanza”.

Alberto Sgarlato

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