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Politica | 13 novembre 2020, 16:30

Riqualificazione aree da Lavagnola al Santuario, il Pd presenta una proposta per partecipare ad un bando da 15 milioni di euro

Attenzione alle periferie con al centro la riqualificazione dell'Ex Centrale Enel, via Bruzzone, immobili presenti nella Valle, la Basilica e il Museo e le Cappellette

Riqualificazione aree da Lavagnola al Santuario, il Pd presenta una proposta per partecipare ad un bando da 15 milioni di euro

Presentazione di una proposta per partecipare ad un bando da 15 milioni scritto da 3 Ministeri, per la riqualificazione ed incremento dell'edilizia sociale, rifunzionalizzazione di aree e immobili pubblici per rigenerazione tessuto socio economico, miglioramento accessibilità e sicurezza e dotazione servizi, valorizzazione beni culturali e storici e rigenerazione di aree e spazi già costruiti, la vallata del Santuario comprensiva del quartiere di Lavagnola e parte del quartiere di Villapiana. 

Questa l'idea del gruppo consiliare del Partito Democratico in comune a Savona che nonostante un'interpellanza presentata in consiglio (che non ha avuto riscontri da parte della maggioranza) ha deciso di dar vita a questa iniziativa che vedrebbe al centro due zone savonesi da riqualificare.

"Durante l'ultimo Consiglio avevamo sottoposto all'attenzione del Consiglio e della Giunta l'ipotesi che il Comune di Savona partecipasse a questo bando – per cui il Comune di Savona può partecipare con uno o più progetti finanziabili fino a un massimo di 15milioni di euro – e che lo facesse con un percorso di costruzione progettuale che includesse i Consiglieri comunali con una convocazione di una seconda e terza commissione congiunta a cui invitare i soggetti da coinvolgere" spiega Elisa Di Padova, capogruppo dem in consiglio comunale.

"Un modo nuovo, un cambio di passo per cogliere un'opportunità e del Governo e mostrare un segno di attenzione alle periferie e alla partecipazione del Consiglio – e quindi della Città – almeno nella parte finale di questo mandato. Nonostante la risposta a questa impostazione suggerita sia stata negativa il nostro gruppo ritiene di poter dare un contributo importante a questa progettualità che potrebbe cambiare il volto di una parte consistente della città che necessita di intervento" prosegue Di Padova.

"Le periferie possono diventare luoghi di innovazione e sperimentazione. Un progetto per restituire (nuove) identità alle periferie, per contrastare abbandono e isolamento rendendo corresponsabili i cittadini, sviluppando nuovi modelli di accompagnamento all'abitare, rifunzionalizzare aree e immobili dismessi e valorizzare e promuovere i nostri beni culturali e ambientali. Un'occasione da non perdere per la nostra città." continua la capogruppo Pd in consiglio comunale.

Nella sua massima estensione può prevedere l’inclusione di parte del quartiere di Lavagnola a sud e il Bosco di Savona a Nord. Al centro l'Ex Centrale Enel, via Bruzzone, immobili presenti nella Valle, la Basilica e il Museo, le Cappellette, rete per la fibra

"Un bando molto competitivo, ci saremo aspettati una posizione più chiara da parte dell'amministrazione comunale qualche idea sul piatto perché i tempi sono stretti ma questo non è stato, la decisione è stata quella di lavorarci noi e dare un'idea. con una proposta che tiene dentro tutto: il bosco, la riqualificazione di aree come quelle di Lavagnola e il Santuario e tutto ciò risponde a quello che il bando chiede, c'è infatti un'esigenza di intervento importante - il commento della consigliere Cristina Battaglia - L'obiettivo è di non avere altri due o tre hotel di lusso ma di avere dei soldi pubblici a beneficio dei cittadini".

"Sono molto colpito da questo studio, frutto di una ricerca molto profonda, trovo interessante valutare una zona non tanto per dargli una visibilità ma per creare uno sviluppo e un futuro. Lavagnola e la Santuario sono la periferia della periferia del comune e vanno rivalutati come parte integrante" ha dichiarato Alfio Chiarenza, segretario circolo Lavagnola. 

LA PROPOSTA

ASPETTI INNOVATIVI E GREEN ECONOMY

La parte collinare della vallata può essere dedicata ad attività agricole e di allevamento specializzate. La parte alta comprende il “Bosco di Savona” il Nemus Saonense, una superficie di venti chilometri quadrati tutelati dal 1080 e che a partire dal XIII secolo diventa di proprietà del Comune di Savona. Il Santuario è la “porta” del Bosco di Savona. Si tratta di uno dei più antichi boschi pubblici che conserva una grande qualità ambientale e di biodiversità e che con opportuni interventi mirati e adeguati controlli nella gestione, può ritornare ad una fruizione pubblica, come polo di attrazione, sport e svago. Si pensi a interventi Nature Based Solution, poco impattanti e attenti al mantenimento della biodiversità con spazi eventualmente da dedicare alla gestione di attività didattiche rivolte ai più piccoli, palestre all'aperto, parchi avventura... Connessione. La rivitalizzazione dell’intera vallata, attraverso insediamenti dedicati alle giovani coppie, l’avvio di attività agricole qualificate e la messa a sistema dei servizi pubblici, necessita della realizzazione di una copertura di connessione Internet attraverso una rete di fibra in grado di servire efficientemente ogni utenza. Con un’adeguata dotazione di servizi, le qualità ambientali dell’area possono richiamare nella vallata nuovi residenti che, in una cornice di alta qualità della vita, praticano il lavoro a distanza, oggi più che mai rilevante. All'art. 2 del bando - comma 2 - si parla della riduzione del traffico: è calzante. Una periferia intelligente – in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 avrà tutto a portata di mano, non si tratterà di un quartiere dormitorio, non saranno quindi necessari spostamenti quotidiani per raggiungere i servizi, sulla scia del policentrismo delle città più illuminate sul panorama nazionale.

EDILIZIA SOCIALE

Il quartiere di Lavagnola comprende diversi immobili destinati all’edilizia sociale. In particolare: via Bruzzone, piazza del Santuario e, in 3 fase di progetto, l'ex Centrale Enel, già in parte finanziata, con un quadro interno da ripensare per l'accompagnamento all'abitare e rapporti innovativi tra il caseggiato e il quartiere circostante anche in virtù della legge regionale e delle categorie che possono rientrare nell'edilizia sociale. Un mix abitativo e anche mix di servizi (una RSA, un asilo nido, una ludoteca...). una struttura che da decentrata può diventare così centrale e strategica. All'interno della struttura è poi possibile pensare a spazi aperti per le più svariate attività: spazi per sala prove, teatro sociale, gruppi di lettura, workshop artistici dove si apra al bello (per esempio in collaborazione con le nostre eccellenze culturali, il Museo della Ceramica). Spazi aperti polisemantici. ovvero: intersezionalità, polifunzionalità, democrazia, cittadinanza, bene comune e porto franco (vedi allegato) Nella vallata sono presenti insediamenti sparsi inutilizzati o poco utilizzati di proprietà delle Opere Sociali.

Le proposte per l’area urbana riguardano interventi sugli immobili anche attraverso la riqualificazione energetica e la rivitalizzazione delle aree verdi di pertinenza, finalizzati all’aumento della coesione sociale tra fasce di popolazione diverse tra loro dal punto di vista anagrafico, sociale ed etnico. Per il Santuario e per l’edilizia sparsa nella parte collinare si propongono interventi di edilizia sociale specificatamente destinati alle giovani coppie, con il recupero di immobili inutilizzati anche con l’asservimento di aree verdi abbandonate, riconvertibili in giardini, orti, e verde attrezzato. L’aumento di cittadini residenti è utile per raggiungere una soglia di abitanti nella vallata, tale da garantire e supportare servizi pubblici, in particolare sanitari e scolastici adeguati. Oggi al Santuario il numero di ragazzi è il minimo per garantire la presenza di un istituto scolastico: 75 alunni in 5 classi da 15. Inoltre aumentare residenti porterebbe nuova linfa per gli attrattori culturali e commerciali attualmente presenti contribuirebbe a invertire la rotta della desertificazione commerciale dell'ultimo decennio.

BENI CULTURALI

Il Santuario della Madonna della Misericordia rappresenta uno dei beni storici ed artistici di maggior rilievo della Liguria. Il Complesso monumentale, comprende Basilica, Museo, e costruzioni di notevole valore storico. Lungo la strada, a partire dal quartiere di Lavagnola, sono presenti nove Cappelle, testimonianza del percorso religioso che conduce ad uno dei Santuari più importanti d’Italia. Tutti gli edifici possono essere oggetto di ristrutturazione e/o migliorie. La valorizzazione dei beni culturali potrebbe comprendere anche il rifacimento della passeggiata pedonale, come un filo rosso tra Lavagnola e Santuario, per consentire una maggiore fruibilità e sicurezza per le persone che percorrono a piedi questo tratto – specialmente il 18 marzo – ma anche tutto l'anno. 

All’inizio del percorso sorge la cappella di San Martino, sulla sponda sinistra del Letimbro con il suo caratteristico ponte medievale. L'edificio risale all’ XI secolo e conserva il campanile originale. Si tratta certamente di uno dei beni culturali da includere a progetto. La Locanda del Santuario, bene di proprietà di Opere Sociali, potrebbe rientrare a pieno titolo nelle progettualità individuate, immaginando una compartecipazione anche per questa azione: una soluzione definitiva a un sentiero interrotto da molto tempo che potrebbe contribuire come tassello importante nella spinta del Santuario come meta di turismo religioso ad oggi non sviluppato.

ZERO CONSUMO DI SUOLO E RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA E SISMICA

Anche per questa voce l'area individuata pare molto adeguata. Gli edifici storici abitativi poco o affatto utilizzati presenti nella Vallata consentono il recupero di significative volumetrie senza consumo di ulteriore suolo. Gli edifici pubblici, di servizio e con funzioni religiose possono essere oggetto di riqualificazione energetica e sismica. Sarà importante la verifica dello stato del letto e degli argini del torrente Letimbro in particolare nel punto dove questo si stringe e curva (in prossimità della Locanda del Santuario). In questo contesto sarebbe interessante verificare la fattibilità di mettere in sicurezza proprio quel tratto ridando al contempo dignità alla Basilica del Santuario con un ampliamento della Piazza pedonale. Si tratta solo di una prima idea che potrebbe essere sviluppata e che integrerebbe la messa in sicurezza idraulica con la valorizzazione del complesso monumentale della Basilica.

ATTIVAZIONE DI RISORSE PUBBLICHE E PRIVATE e COINVOLGIMENTO OPERATORI PRIVATI E TERZO SETTORE

Il progetto prevede il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. In particolare: ARTE per gli interventi sugli immobili di edilizia sociale; le Opere Sociali per i beni di proprietà e la gestione dei servizi presenti nella zona; la Diocesi savonese per le strutture religiose; Fondazione Comunità Servizi per progetti di animazione di comunità; i privati proprietari degli immobili e dei terreni interessati; gli Enti di promozione e protezione ambientale per i progetti degli interventi e della gestione del verde pubblico e del Nemus Saonense (FAI-CAI…); e sono molti altri i soggetti che potranno essere coinvolti per la realizzazione del miglior progetto possibile.

Il valore aggiunto, lo step in più: All'interno del progetto si potrebbe prevedere la redazione di una mappatura che individui spazi disponibili da rigenerare (es. vecchie cascine, masserie etc.) per insediamenti produttivi rigenerativi, sul modello di quanto per esempio Fondazione Garrone sta facendo con i progetti RestartApp, che consentono di stimolare e 5 accompagnare alla nascita nuove imprese di giovani; o la costruzione di progettualità insieme a Università degli Studi di Genova e Scuola Edile perchè diventino fattorie/ cascine green dove sperimentare progetti innovativi. Gettare con questo bando le condizioni per uno sviluppo anche in questa direzione contribuirebbe a dare nuova linfa, sviluppo e speranza, ai giovani dei nostri territori (e non solo) ma anche al territorio del Santuario in un'ottica di ripopolamento. Su locali da rigenerare si potrebbero valutare possibilità di agricoltura sociale o fattoria didattica, sono peraltro due leggi regionali che nella nostra zona hanno avuto scarsa sperimentazione.

MODELLI INNOVATIVI – PROCESSI PARTECIPATIVI

Questo intervento si configura e rientra appieno in un quadro di interventi che ridefiniscono le periferie come luoghi di innovazione e sperimentazione: ecosistemi dover far crescere progetti trasversali agli ambiti del welfare municipale, della rigenerazione urbana, della cura dei beni comuni, dell’educazione, della cultura e del commercio di vicinato. Potrebbero essere previste anche attività di animazione di comunità che accompagnino lo sviluppo di mix abitativo con servizi nello stabile dell’ex centrale, portando esperienze innovative. Un progetto per restituire (nuove) identità alle periferie, per contrastare l'abbandono e l'isolamento percepiti e/o reali, rendendo protagonisti e corresponsabili gli abitanti, sviluppando, sperimentando nuovi modelli di accompagnamento all’abitare, favorendo le relazioni tra gli abitanti del condominio e far sì che queste relazioni siano il volano per iniziative di welfare di comunità del quartiere che porterebbero nuova linfa non solo alla specifica zona interessata ma a tutta la città.

Luciano Parodi

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