"Noi ci siamo... Noi ricordiamo". Con queste parole la sezione di Noli dell'ANPI celebra la Giornata della Memoria. Ricordano gli esponenti nolesi dell'associazione antifascista: "Anche in questo anno cosi particolare e difficile, ci apprestiamo a celebrare la "Giornata della Memoria". Non sarà possibile partecipare a commemorazioni o eventi pubblici, ma tutto ciò non deve impedirci di ricordare e riflettere sull'importanza di questa ricorrenza. Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Aushwitz vengono abbattuti dalla 60esima Armata dell'esercito sovietico.
Questa data viene quindi eletta come simbolo della fine della persecuzione del popolo ebraico, e l' Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 1 novembre 2005 indice la Giornata Internazionale della Commemorazione delle Vittime dell'Olocausto, e la condanna di ogni forma di intolleranza, odio o persecuzione verso comunità e persone differenti per religione ed etnia. Già cinque anni prima , il 20 luglio 2000, l' Italia approva la legge 211, che istituisce il 27 gennaio "Giorno della Memoria", commemorazione non solo della Shoah , ma di tutti gli esseri umani, ebrei e non, uccisi, deportati, imprigionati, e di tutti coloro che si opposero alla "soluzione finale" voluta dal nazismo .
La sezione ANPI di Noli vuole ricordare, in questa giornata, che anche la nostra piccola comunità ha pagato un tributo altissimo alla follia umana. Il 6 luglio 1944 a Voze , piccolo borgo sulle alture di Noli ,un gruppo di uomini viene arrestato con l' accusa di essere renitenti alla leva e di appartenere a formazioni partigiane .
Anche il parroco, don Carlo Carretta, viene arrestato perché accusato di aver dato loro rifugio. Condotti nel carcere di Savona , dopo un processo sommario , 5 vengono fucilati sulla Fortezza del Priamar, ( Martiri di Voze 14 luglio 1944 ) altri liberati, tra cui anche il parroco.
Quattro di loro invece partiranno da Bolzano il 7 settembre 1944 , sul "Convoglio 81", diretti in Germania . Giulio Avena , Giuseppe Baracco ,Guido Ganduglia moriranno nel campo di concentramento di Flossemburg , Attilio Minetti perderà la vita a Hersbruch. Anche Saliva Natale, operaio , subì lo stesso destino.
Deportato a Fossoli , trasferito a Mauthausen ed infine a Gusen dove morirà nel marzo del 1945. Il ricordo di quell' orrore deve arrivare alle odierne e future generazioni , perché la memora è necessaria , dobbiamo ricordare , perché le cose che si dimenticano possono ritornare : è il testamento che ci ha lasciato Primo Levi".