«Per la signora di Sinistra Italiana il mio incontro di domani (oggi per chi legge, ndr) con i cittadini a Savona sarebbe 'inaccettabile'. Ah, quanta pazienza... e si definiscono pure "democratici"».
Così il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva liquidato le dichiarazioni della candidata Gabriella Branca sul fatto che il comizio del segretario del Carroccio si svolgesse in piazza Pertini.
Non si è fatta attendere la controreplica della stessa Branca: «Savona, anche se ciò disturba il segretario della Lega, è una città antifascista, Medaglia d’oro alla Resistenza, e non sarà la sua visita, né i proclami della sua parte politica a minare il nostro sentimento democratico e la nostra storia».
«Certo - ribadisce la Branca - la scelta di esibirsi in Piazza Pertini, risulta come inaccettabile alla coscienza civile e alla passione politica della Savona della Resistenza, delle lotte operaie, della mobilitazione avverso il terrorismo fascista».
«Poiché più volte questo personaggio politico ha esternato il suo pensiero sulla Resistenza, affermando che “Il 25 aprile è un derby tra fascisti e comunisti”, cui non prendere parte. E ancora “sono al fianco dei patrioti come Marine Le Pen, che combattono contro questa dittatura dell’Unione Europea che usa la moneta al posto dei carri armati ma fa gli stessi morti”, era naturale chiedersi il motivo per cui ha scelto proprio la piazza intitolata al Presidente Pertini, vittima del fascismo ed eroe della guerra partigiana per la visita savonese».
«Chissà se il segretario della Lega, mentre si reca a cena con gli esponenti di Casapound ha mai riflettuto sulle parole di Sandro Pertini “il fascismo no, il fascismo lo combatto con altro animo: il fascismo non può essere considerato una fede politica; il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche perché il fascismo opprimeva chi non la pensava come lui”» aggiunge il membro della segreteria nazionale di Sinistra Italiana.
«"Noi non ci definiamo “democratici”, noi siamo democratici perché crediamo nel valore della nostra Carta Costituzionale. E voi?» conclude Maria Gabriella Branca.