Il naufragio della Tito Campanella a “Chi l’ha visto?”. Il caso commuove la Sciarelli

Il ricordo e il tentativo di ricostruzione di quanto accaduto tramite le lettere del marconista Dorati e di altri membri dell'equipaggio che scrivevano: "una nave che fa pietà". La moglie di Giovanni Azzarenni e la figlia Giusy che sperano che "qualcosa verrà a galla".

La richiesta di conoscere la verità è quella che fanno dal 1984. Era a notte tra il 13 e il 14 gennaio 1984 quando la nave mercantile Tito Campanella, affondò nel golfo di Biscaglia. Ed era il 22 gennaio quando la stampa annunciò la sparizione del mercantile a sole 48 ore dopo, la sospensione delle ricerche.

A bordo di 24 marittimi italiani, siciliani, sardi, pugliesi e campani e nove liguri tra cui tre genovesi, tre spezzini e tre savonesi, il radiotelegrafista Pier Giovanni Dorati 50 anni, di Albisola Mare, il primo macchinista Antonio Gaggero, 59 anni, di Celle Ligure e il giovane di macchina Marco Incorvaia, 22 anni, di Savona. 

In studio ieri sera- con i parenti della vittime Anna Gaggero, Giuseppe Fiordaliso, Fabrizio Dorati e Gabriele Dorati e con i collegamenti con altri familiari – Federica Sciarelli ha ripercorso la vicenda, dall'affondamento ai processi che si sono conclusi con una sentenza di proscioglimento degli imputati in appello. 

Intervistato anche Francesco Serra nipote del titolare della società proprietaria della nave, che ha escluso l'ipotesi che la nave trasportasse armi, "lo escludo nella maniera più assoluta – ha detto - in quanto mai avuto evidenza di questo fatto a livello di società". 

Tra gli obiettivi dei parenti delle vittime in studio anche quello di riunire tutti i familiari dei membri dell'equipaggio della Tito Campanella; a mettersi in contatto con il programma il fratello di Vincenco Vallone, marinaio della Tito Campanella. "Anche noi – ha detto- vogliamo sapere cosa è successo".

"Commuove anche me questa storia – ha dette Federica Sciarelli - voi e le vostre mamme che hanno dovuto subire lo stesso dolore, vedove giovanissime senza avere un corpo da piangere".