"Colto dalla curiosità, ho deciso di partecipare all’ennesima conferenza dedicata alla raccolta differenziata porta a porta a Savona. Ad accogliermi, l'immancabile bottiglietta d’acqua da 50 cl e gli interventi introduttivi di Legambiente, pronti a ribadire i noti principi sul riciclo. Dopo una breve presentazione degli ospiti, si passa subito ai dati. Tanti numeri, ma nessun reale approfondimento: li risparmio anche ai lettori.
Il primo intervento degno di nota è quello dell’Assessora all’Ambiente del Comune di Milano, Elena Grandi. A differenza di altri relatori, ha saputo offrire un quadro realistico: ha giustamente sottolineato che la situazione milanese non è paragonabile a quella savonese e ha evidenziato come ogni territorio presenti criticità diverse che devono essere valutate con attenzione, per evitare che le conseguenze ricadano interamente sui cittadini. Un intervento lucido, concreto e privo di preconcetti.
Diversa, invece, la sensazione lasciata dall’intervento della Sindaca di Sestri Levante, che ha descritto l’esperienza del suo Comune facendo un paragone diretto con Savona. Un confronto che lascia perplessi, considerata la notevole differenza demografica e urbanistica tra le due realtà. Con quasi quattro volte gli abitanti, Savona presenta sfide logistiche ben più complesse. Forse si riferiva ad Albenga? Lasciamo il dubbio.
Poi è stato il turno di Legambiente. Un intervento che ha virato rapidamente verso la consueta retorica: il rifiuto come risorsa, l’immancabile esempio della busta di plastica del supermercato, e l’idea che il problema sia la resistenza culturale dei cittadini al cambiamento. Nessun accenno, però, alle contraddizioni economiche del sistema: perché il riciclo è così importante, ma siamo sempre noi cittadini a dover pagare, mentre i rifiuti che consegniamo non ci vengono "riconosciuti" economicamente?
In particolare, ha suscitato scalpore la frase rivolta al pubblico – per il 90% composto da over 60 – sul poter "tenere la testa del pesce in frigo per qualche giorno", riferendosi al rifiuto organico. Oltre a risultare fuori luogo e poco rispettosa, la proposta è igienicamente discutibile e dimostra una certa lontananza dalle abitudini e dalle esigenze di una popolazione anziana.
A seguire, è intervenuto il sindaco di Savona. Un discorso già sentito, che ripete ancora una volta gli stessi concetti: il modello Contarina, la percentuale del 15% e il continuo processo di aggiustamento. Peccato che, a oggi, non esista ancora una data ufficiale per l’avvio del porta a porta. Tutto appare normale, come se fosse scontato che i sacrifici debbano farli solo i cittadini, mentre l'amministrazione sembra rimanere a osservare. Quando viene citata la qualità dei bidoni nei parchi milanesi, non c’è nemmeno il coraggio di riconoscere che a Savona, nel centro, i nuovi cestini installati non prevedono la differenziata. Ai turisti in crociera, che chiedono dove buttare la plastica o l’umido, possiamo solo rispondere con un’alzata di spalle.
A conclusione dell’incontro, davanti a una platea di una ventina di cittadini over 60 (il resto erano membri dello staff), si è registrata solo qualche contestazione educata e un timido applauso. Segno che, forse, servirebbe meno retorica e più ascolto. Perché un cambiamento reale non può nascere da slogan o imposizioni, ma da un confronto sincero con chi vive ogni giorno il territorio".














