È stato rintracciato in Val Bormida uno dei quattro giovani coinvolti nella brutale rapina avvenuta lo scorso febbraio nel quartiere Lambrate di Milano.
L’arresto, eseguito nelle prime ore di martedì 4 novembre, rientra in una vasta operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo con il supporto dei Comandi Provinciali di Monza e Savona.
Su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Milano, i militari hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari: tre ordinanze di custodia in carcere e una ai domiciliari con braccialetto elettronico. In manette sono finiti un 25enne italiano già detenuto per l’omicidio di Luciano Muttoni a Valbrembo (BG), un 22enne brasiliano, un 20enne marocchino e un 20enne italiano, quest’ultimo individuato proprio nel Savonese, dove era ospitato da un conoscente.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i quattro sono gravemente indiziati di rapina pluriaggravata, lesioni personali e porto abusivo d’arma in concorso. La sera del 26 febbraio 2025, tre di loro si sarebbero introdotti, travisati e armati di pistola, nell’abitazione di un uomo a Milano, aggredendolo con calci, pugni e colpi di arma per costringerlo a consegnare denaro e oggetti di valore, tra cui un iPhone 16 Pro Max e scarpe firmate, per un bottino di circa 12.000 euro.
Le indagini hanno preso avvio da un episodio collegato: l’omicidio di Valbrembo del marzo scorso. Nel corso delle perquisizioni legate a quel caso, i Carabinieri avevano trovato un telefono cellulare riconducibile alla rapina di Milano. Approfondendo gli accertamenti, gli investigatori sono risaliti alla vittima, che solo in un secondo momento ha fornito i filmati della videosorveglianza domestica, temendo inizialmente ritorsioni.
Successivamente, le analisi dei tabulati telefonici, delle chat WhatsApp e delle localizzazioni GPS hanno consentito di definire i ruoli del gruppo. Proprio il 20enne arrestato in Val Bormida avrebbe organizzato la spedizione criminosa, reclutando i complici e coordinando l’azione pur senza parteciparvi di persona.
Il G.I.P. ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza e il rischio di reiterazione del reato, sottolineando la “particolare ferocia e determinazione criminale” mostrata dagli indagati. Tutti e quattro sono stati trasferiti nelle Case Circondariali competenti e posti a disposizione della Procura di Milano.















