Già negli anni Ottanta del secolo scorso, la Società avviò una serie di progetti che riguardano le parlate locali: conferenze, corsi di storia, articoli e pubblicazioni scientifiche, per giungere al Vocabolario di Sergio Aprosio (2001-02) e al Progetto Toponomastica Storica (dal 2011).
Nel corso di questi eventi, ospitammo alcuni dei massimi esperti di dialettologia: ricordiamo non solo i compianti Max Pfister, Fiorenzo Toso – e oggi Giorgio Marrapodi, che ogni mese tiene nella nostra sede una conferenza di etimologia – ma anche i linguisti Marcello Aprile e Claudio Marazzini.
Sull’onda del successo dei corsi Pitch di introduzione alla lingua locale, l’offerta culturale si arricchisce di tre conferenze riunite sotto l’unico titolo di Sciti, faero, aegoa de ma. Non si tratta, come nostra tradizione, di ricordi campanilistici o letterari (come si stava bene una volta ...) ma di vere e proprie ricerche inedite che riguardano tre ambienti storici trainanti del nostro territorio: la campagna e la sua gestione (Furio Ciciliot, Sciti), le fabbriche e gli ambienti produttivi (Marcello Penner, Faero) e il mare e l’economia coinvolta (Mirco Tarditi, Aegoa de ma).
L’idea fondamentale è che il dialetto è una lingua viva, certamente in una fase di evoluzione, ma che può sicuramente ancora trasmettere la Liguria. Il regalo che possiamo farci è semplicemente di parlarlo.
Le conferenze si terranno nella Sede di via Pia 14/4, alle ore 17.00 dei giorni seguenti: Furio Ciciliot, Sciti, 18 novembre; Marcello Penner, Faero, 25 novembre; Mirco Tarditi, Aegoa de ma, 2 dicembre. Si ringrazia la Fondazione de Mari per il supporto che ha voluto concedere al nostro lavoro.
L’immagine riporta l’inizio di una poesia di un arcade sabazio, Pietro Lorenzo Rocca (Nidalmo Lileo), che nei primi decenni del XIX secolo, lasciò manoscritte seicento pagine di poesie, di cui circa duecento in dialetto. Il manoscritto è di proprietà privata ma meriterà certamente di essere divulgato. Molti versi sono d’occasione, tanti per la famiglia De Mari, per il vescovo e per altri personaggi illustri dell’epoca. Vorremmo che questo brindisi fosse il suo augurio per questi nuovi eventi della Società. Tra parentesi, Nidalmo Lileo era un sacerdote.














