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Eventi | 24 novembre 2025, 12:12

Savona celebra il dialetto: tre conferenze per riscoprire la lingua viva della Liguria

Il programma

Savona celebra il dialetto: tre conferenze per riscoprire la lingua viva della Liguria

Già negli anni Ottanta del secolo scorso, la Società Savonese di Storia Patria ha avviato una serie di progetti riguardanti le parlate locali: conferenze, corsi di storia, articoli e pubblicazioni scientifiche, fino ad arrivare al Vocabolario di Sergio Aprosio (2001-02) e al Progetto Toponomastica Storica (dal 2011).

Nel corso di questi eventi, la Società ha ospitato alcuni dei massimi esperti di dialettologia, tra cui i compianti Max Pfister e Fiorenzo Toso, e oggi Giorgio Marrapodi, che tiene mensilmente una conferenza di etimologia nella sede dell’associazione, oltre ai linguisti Marcello Aprile e Claudio Marazzini.

Sull’onda del successo dei corsi Pitch di introduzione alla lingua locale, l’offerta culturale si arricchisce di tre conferenze riunite sotto l’unico titolo Sciti, faero, aegoa de ma. Non si tratta di ricordi campanilistici o letterari, ma di ricerche inedite che riguardano tre ambienti storici trainanti del territorio: la campagna e la sua gestione (Furio Ciciliot, Sciti), le fabbriche e gli ambienti produttivi (Marcello Penner, Faero) e il mare e l’economia coinvolta (Mirco Tarditi, Aegoa de ma).

La Società sostiene che il dialetto sia una lingua viva, in continua evoluzione, ma capace ancora di trasmettere la cultura e l’identità della Liguria. Il messaggio principale è che parlarlo costituisce un vero e proprio patrimonio da preservare.

Le conferenze si terranno nella sede di via Pia 14/4, alle ore 17.00, nei seguenti giorni: Furio Ciciliot, Sciti, 18 novembre; Marcello Penner, Faero, 25 novembre; Mirco Tarditi, Aegoa de ma, 2 dicembre. La Fondazione De Mari ha supportato l’iniziativa, contribuendo alla sua realizzazione.

L’immagine riporta l’inizio di una poesia di Pietro Lorenzo Rocca (Nidalmo Lileo), arcade sabazio e sacerdote, che nei primi decenni del XIX secolo lasciò manoscritte circa seicento pagine di poesie, di cui circa duecento in dialetto. Il manoscritto è di proprietà privata, ma merita di essere divulgato. Molti versi sono d’occasione, dedicati alla famiglia De Mari, al vescovo e ad altri personaggi illustri dell’epoca. La Società auspica che questo brindisi rappresenti simbolicamente il suo augurio per i nuovi eventi organizzati.

Redazione

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