"Siamo donne, oltre le gambe c’è di più" cantavano Jo Squillo e Sabrina Salerno, nel lontano Sanremo del 1991 in un duetto scatenatissimo che fece epoca, tanto da essere ancora oggi canticchiato dalle giovani e intraprendenti ragazze.
È vero che oltre le gambe c’è qualcosa di più, come l’intelligenza, il coraggio, sogni, ideali, la voglia di fare nel solco della cultura e della solidarietà, come aiuto per gli altri e conoscenza della bellezza e dell’arte, da esprimere e da promuovere.
Percorrendo questo frangente di tempo, il gentil sesso denuncia quanto poco sia cambiato in fatto di stereotipi o luoghi comuni che allora, come oggi, caratterizzavano la società e di quanto ancora sia necessario e doveroso fare, per la conquista dell’indipendenza e dell’affermazione femminile.
Non basta fare appello a ricorrenze quali la Giornata Internazionale della Donna, la Giornata Internazionale delle Ragazze nella Scienza e la Giornata contro la violenza sulle donne con la sua ondata di panchine e scarpette rosse, per ribadire con assiduità diritti in mano alle donne che dovrebbero essere automaticamente concepiti e rispettati.
Le giornate dedicate alle donne dovrebbero invece assumere l’aspetto di un vero palcoscenico dal quale ciascuna di noi possa sentirsi protagonista e possa far sentire la propria voce, raccontando la vita, le giornate spese nella realizzazione delle proprie aspirazioni e conquiste. Una vetrina, non per essere giudicate in base ad una minigonna, ma per confrontarsi in modo egualitario e costruttivo con tutta la società.
E voi uomini, ascoltate le nostre storie e trasformatevi in quell’alleato che sogniamo. Davanti a una armoniosa fisicità e autenticità, non ci può essere dubbio o violenza, ma solo ammirazione.














