Sembravano diamanti naturali, certificati come tali e venduti come beni di pregio, ma dietro quelle pietre, come hanno accertato le indagini, c’era ben altro.
Un’articolata attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Stazione di Millesimo, ha portato a far luce su una presunta truffa in commercio che, nell’arco di alcuni anni, avrebbe causato a una risparmiatrice un danno economico particolarmente rilevante.
La vicenda trae origine dalla denuncia-querela presentata nell’ottobre scorso da una 58enne residente in provincia di Cuneo, che, tra novembre 2020 e i mesi successivi, aveva comprato monili in oro con diamanti incastonati per un importo complessivo di circa 40.000 euro. Gli acquisti erano avvenuti tramite il sito internet di un’impresa individuale operante nel settore orafo, con pagamenti effettuati sia mediante bonifici bancari sia in contanti, consegnati tramite corriere.
Ogni gioiello risultava corredato da certificazioni di qualità che attestavano la natura delle pietre come diamanti naturali. Tuttavia, con il passare del tempo, la donna ha iniziato a nutrire dubbi sulla reale genuinità dei preziosi acquistati, decidendo di sottoporli a una perizia specialistica.
Nei giorni scorsi, l’Istituto Gemmologico di Genova ha eseguito gli accertamenti tecnici, certificando che non tutte le pietre incastonate erano diamanti naturali: parte di esse risultava infatti realizzata in laboratorio, oppure trattata con la tecnica del fracture filled, ovvero infiltrazioni di vetro per migliorarne artificialmente l’aspetto. Gli esperti hanno stimato il valore reale complessivo dei gioielli in circa 7.000 euro, ben lontano dalla cifra versata dalla persona offesa.
Gli elementi raccolti hanno consentito ai Carabinieri della Stazione di Millesimo di ricostruire l’intera vicenda e deferire in stato di libertà un uomo di 48 anni, cittadino italiano residente in provincia di Salerno, titolare di una ditta individuale, indagato per il reato di frode in commercio. Gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Cuneo, competente per territorio.
L’episodio mette in luce come anche il mercato dei preziosi, spesso percepito come sinonimo di sicurezza, riserva di valore e affidabilità, possa celare insidie significative, soprattutto quando le operazioni si svolgono a distanza e si fondano esclusivamente su presunte certificazioni, anche se apparentemente regolari. In questo caso, l’attività investigativa è stata resa possibile grazie all’integrazione tra l’iniziativa della persona offesa, gli accurati accertamenti tecnici specialistici e le precise indagini dei Carabinieri di Millesimo, risultate decisive per smascherare il raggiro.














