In merito all’indagine epidemiologica della procura di Savona e del parere dell’istituto superiore di sanità, che ha portato al sequestro dei gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure, intervengono i lavoratori.
In una lettera i lavoratori di Tirreno Power riprendono la causa principale dello stato di crisi dell’azienda a partire dalle date dell’11 marzo 2014 con il sequestro dei gruppi a carbone e del 17 giugno 2015 con la chiusura delle indagini preliminari per gli 86 indagati. Scrivono i lavoratori: “Siamo venuti a conoscenza di un documento dell’Istituto Superiore della Sanità del 28 gennaio 2014 (50 giorni antecedente il sequestro dei gruppi a carbone) avente per oggetto “Richiesta di valutazione dello studio epidemiologico per la valutazione dei possibili effetti sanitari in relazione alla qualità dell’aria in provincia di Savona” dove, si evince che lo studio epidemiologico effettuato dalla procura di Savona: propone una metodologia inusuale, non è redatto in modo chiaro ed esaudiente sia nella descrizione dei materiali e metodi usati per giungere ai risultati che nel commento degli stessi on consente di esprimere un giudizio sulla qualità dei risultati stessi, presenta carenze informative e dati scientifici non esaudienti sui ricoveri ospedalieri, sulle patologie prese in esame e sui decessi come conseguenza dell’inquinamento da carbone”.
Continuano i lavoratori di Tirreno Power: “Allo stato attuale unici a rimetterci, chiedono con forza, chiarezza e trasparenza su quanto accaduto e garanzie per quanto riguardo il loro futuro. Il sequestro dei gruppi a carbone ha portato un persistente stato generale di crisi: cassa integrazione e contratti di solidarietà per i lavoratori Tirreno Power, cassa integrazione e licenziamenti per i lavoratori dell’indotto, un ulteriore aggravamento della precarietà occupazionale e profonda depressione socio economica”.