C’era una volta un pulcino che viveva felice con la sua mamma e il suo papà in una bellissima casetta di legno, vicino a un rotondo laghetto e a un profumato boschetto.
Il pulcino era abituato a correre e saltare nel verde prato che circondava la sua casa e a giocare vicino all’acqua.
<<Mamma, mamma! Guarda come corro!>> gridava il pulcino.
<< Papà vieni a giocare con me!>> e il papà naturalmente correva dal suo piccino.
Ma quando vedeva le ranocchie o gli anatroccoli, che incontrava quasi ogni giorno, il piccolo pulcino stava attaccato alla mamma e non voleva giocare. E mentre stava nascosto dietro le piume della mamma guardava, con timore, ma con curiosità, i loro giochi: le ranocchie gracidavano e saltavano le une addosso alle altre e con forti spintoni si buttavano in acqua, gli anatroccoli si rincorrevano beccandosi le piume con quegli enormi becchi!
Era abituato anche a fare lunghe passeggiate con mamma e papà che gli parlavano dolcemente e lo accontentavano sempre. Insomma questo pulcino si sentiva come un piccolo re e a lui questo regno piaceva proprio tanto. Anche mamma e papà erano contenti perché la loro vita scorreva serena.
Il tempo trascorre veloce, si sa, e così venne il giorno in cui i genitori decisero di fargli frequentare il nido, quella casetta che raccoglie piccoli di ogni specie e dove i piccoli si divertono perché ci sono tanti giocattoli e si possono fare tanti giochi.
I genitori decisero di farlo giocare al nido perché dovevano andare al lavoro e poi perché erano convinti che il pulcino dovesse abituarsi a giocare con tutti, anche con le ranocchie e gli anatroccoli.
E così iniziarono a parlargli: <<Domani ti portiamo a vedere il nido vicino al bosco! Sai lì tutti i piccoli giocano felici!>> diceva la mamma. E il papà:<<E poi adesso sei grande e quindi è bene che tu vada con gli altri!>> Il pulcino, un po’ perplesso, acconsentì.
La giornata iniziò con un bel sole e la famiglia si incamminò verso l’asilo nido. Lungo il cammino incontrarono tanti altri piccoli che gioiosamente correvano verso quella casetta. Giunti sul posto la mamma lesse sul portone “Il nido dei piccoli”: che bei colori, quante voci gioiose si sentivano all’interno! La mamma si rincuorò sentendo tutte quelle allegre voci e poi quella casetta era veramente accogliente! La maestra li accolse benevolmente:<<Buongiorno! Che bel pulcino! Che belle piume gialle!>> <<Vieni caro a vedere quante cose ci sono qui!>> e così dicendo fece segno ai genitori di andare tranquilli a casa. Mamma e papà volevano dare un bacio al loro figliolo, ma la maestra continuò con quel gesto per farli allontanare all’insaputa del piccolo; lui in effetti era attratto da giocattoli mai visti: biciclette colorate, trombette variopinte, palline morbide di mille colori, scivoli e altalene!
Ogni piccolo era indaffarato con un gioco, ognuno sapeva come divertirsi. Ma c’erano anche quelli che litigavano e urlavano perché volevano lo stesso giocattolo e per ottenerlo non usavano certo buone maniere, ma graffi e spintoni. Il pulcino a quel punto, preoccupato per quei modi a lui sconosciuti, si girò per cercare riparo <<Mamma! Mamma!>> <<Papà! Papà!>>
Si trovò improvvisamente solo. Dove erano finiti? La maestra provò a dirgli che sarebbero arrivati presto , ma lui piangeva disperato e diceva <<No! All’asilo no!>>
Per fortuna mamma e papà non si erano allontanati troppo e, sentendo il pianto del loro piccolo, corsero subito e lo riportarono a casa. La maestra li rincorse e diede loro il giocattolo che più era piaciuto al pulcino: un magnifico pupazzo parlante!
Il piccolo non volle mangiare quel giorno e nella notte non si staccò dal lettone.
Il giorno dopo il pulcino iniziò la giornata dicendo così: <<No! All’asilo no!>>
La mamma prese il pupazzo, gli schiacciò la pancia e questi così intonò:
“Il pulcino trottolino
bello come un farfallino
se va a scuola coi cucciolotti
non si prende più rimbrotti
tic toc tic toc tic toc
Il pulcino trotterello
buono come un tortello
se va insieme ai cucciolini
fa contenti grandi e piccini
tic toc tic toc tic toc
Il pulcino ballerino
giallo come un fiorellino
corre corre dagli amici
e così son tutti felici
tic toc tic toc tic toc
Il pulcino ballerino
quando al nido arrivò
salutò mamma e papino
e a ballare incominciò
tic toc tic toc tic toc”
Il pulcino ascoltò con attenzione e chiese alla mamma di ascoltare ancora e ancora tante volte, finché imparò questa bella canzoncina e così tornò il sorriso.
Riportarono il pupazzo parlante al nido e così poi accadde: al mattino il pulcino restava al nido a ballare col pupazzo canterino e poi, il pomeriggio, il pupazzo andava a casa con lui fino al giorno dopo.
<<Tic toc tic toc tic toc>> cantava il pulcino che aveva imparato anche a ballare e a giocare con i cuccioli della scuola. E così il pulcino cominciò a dire <<Sì, all'asilo sì!>>.
Tratto da: "Le fiabe per... andare sereni al nido e a scuola (un aiuto per grandi e piccini)", di Elvezia Benini, Giancarlo Malombra e Cecilia Malombra, collana "Le Comete", Franco Angeli Editore.
GLI AUTORI:
Elvezia Benini, psicologa, psicoterapeuta a orientamento junghiano, specialista in sand play therapy, consulente in ambito forense, già giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.
Cecilia Malombra, psicologa clinica, specializzanda in criminologia e scienze psicoforensi, relatrice in convegni specialistici per operatori forensi e socio-sanitari. Autrice di pubblicazioni a carattere scientifico.
Giancarlo Malombra, giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova sezione minori, già dirigente scolastico, professore di psicologia sociale. Autore di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.
Associazione Pietra Filosofale
L’Organizzazione persegue, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante l’esercizio, in via esclusiva o principale, delle seguenti attività di interesse generale ex art. 5 del D. Lgs. 117/2017:
d) educazione, istruzione e formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;
i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo;
k) organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso;
In concreto l’associazione, già costituita di fatto dal 27 gennaio 2016 e che ha ideato e avviato il concorso letterario Pietra Filosofale di concerto con l'amministrazione comunale, intende proporsi come soggetto facilitatore, promuovendo e stimolando proposte di cultura, arte e spettacolo sul territorio, organizzazione di eventi culturali e/o festival, ideazione e promozione di iniziative culturali anche in ambito nazionale, costruzione, recupero e gestione di nuovi spazi adibiti a luoghi di Cultura Permanente, anche all’interno di siti oggetto di riqualificazione e/o trasformazione quali ad esempio l’ex Cantiere Navale di Pietra Ligure, come già attuato nel 2018 presso la Biblioteca Civica di Pietra Ligure, ove ha curato un percorso specifico di incontri dedicati alla salute e al benessere attraverso il progetto “Il sogno in cantiere": il sogno, in onore e ricordo del cantiere navale che un tempo a Pietra Ligure ha dato vita a tante navi che sono andate nel mondo, vuole ritrovare nel “Cantiere” il luogo di cultura permanente dove poter trascorrere un tempo dedicato al pensiero del cuore, per nutrire l'anima con letture, scrittura creativa, musica, conferenze, mostre.
La “Filosofia dell'associazione” è quella di ridare vita al "Cantiere" in una nuova forma e in un nuovo spazio, ma con lo stesso intento di progettare e costruire "mezzi" speciali, per poter viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare spazio e tempo migliori in cui vivere.
L'Associazione vuole favorire l'alchimia di differenti linguaggi, promuovendo spazi di arte, cultura e spettacolo, convogliando le energie nascoste, rintracciando il messaggio archetipico attraverso la narrazione, tentando di recuperare i meandri del proprio Sé, per creare momenti di incontro, scambio e ascolto e per gioire dell'Incanto della Vita. L'aspetto narrativo si è già concretizzato nel 2016 attraverso l'esperito Concorso letterario sulla fiaba; la fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare. L'intento è quindi quello di compiere il “varo” di un “Festivalincantiere” quale contenitore di numerose iniziative, in primis il recupero del concorso letterario sulla fiaba, per poter consentire di viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare uno spazio e un tempo migliori in cui vivere e per offrire al Comune l'ampliamento della propria visibilità culturale sia a livello locale sia nazionale e oltre.
«I luoghi hanno un'anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana.» scrive James Hillman
La triste verità è che la vera vita dell'uomo è dilacerata da un complesso di inesorabili contrari: giorno e notte, nascita e morte, felicità e sventura, bene e male. Non possiamo neppure essere certi che l'uno prevarrà sull'altro, che il bene sconfiggerà il male, o la gioia si affermerà sul dolore. La vita è un campo di battaglia: così è sempre stata e così sarà sempre: se così non fosse finirebbe la vita. (C.G.Jung, L'uomo e i suoi simboli)
Pedagogia della fiaba
La fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare e non come un competitor o peggio come un diverso stigmatizzabile in minus da omologare coercitivamente.
"L'aspetto linguistico così intenso ed evocante contesti e costrutti, spesso caduti nell'oblio, è il necessario contenitore, è la pelle del daimon che consente a ciascuno di riappropriarsi di conoscenza e di dignità, ricordando a tutti e a ognuno che l'ignoranza è la radice di tutti i mali". (Giancarlo Malombra in "Narrazione e luoghi. Per una nuova Intercultura", di Castellani e Malombra, Ed Franco Angeli).














