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Albenganese | 20 luglio 2021, 17:29

Albenga, l’appello di Silvana del Bar Julius: “Chiedo aiuto, se ci tolgono il lavoro, come facciamo a pagare le spese?”

Dopo la soppressione delle serate estive di karaoke organizzate nel bar di Pontelungo a seguito di lamentele da parte dei residenti, la titolare dell’attività fa un appello alle istituzioni, alle autorità e ai media

Albenga, l’appello di Silvana del Bar Julius: “Chiedo aiuto, se ci tolgono il lavoro, come facciamo a pagare le spese?”

Chiedo aiuto alle istituzioni, alle autorità e ai media, perché come già lo scorso anno, ci siamo visti sopprimere la possibilità di fare le due o tre serate karaoke alla settimana per il periodo estivo. Serate che ci avrebbero aiutato a risollevarci almeno un poco, dopo un anno e mezzo faticosissimo, con lunghi periodi di chiusura che ci hanno danneggiato molto economicamente”.

Con queste parole Silvana Jendoubi, che gestisce l’attività di famiglia, Bar Julius di viale Pontelungo ad Albenga, spiega i motivi dell’appello.

Secondo il racconto di Silvana e del suo legale, l’attività ristorativa è stata sottoposta a controlli da parte della Polizia Municipale di Albenga a seguito di segnalazioni da parte dei residenti che lamentavano il volume alto delle apparecchiature elettroacustiche utilizzate durante le serate di karaoke con conseguente disturbo della quiete pubblica, quindi la soppressione degli eventi musicali.
Tali apparecchiature, sempre secondo la ricostruzione di Silvana e del suo legale, sarebbero però a norma, come dimostrerebbe la certificazione apposita redatta da un tecnico specifico.

 “Non siamo gli unici – spiega Silvana -  ci sono anche altre attività che stanno affrontando le stesse nostre problematiche. Chiediamo aiuto, affinché ci si possa ascoltare e ridare, se possibile, l’opportunità di organizzare le nostre serate di musica, nel rispetto di quelli che sono i limiti di legge. Già lo scorso anno il Prefetto, dopo la sospensione, ci ha poi consentito di organizzare i nostri piccoli eventi di karaoke ”.

 “Se ci tolgono il lavoro come facciamo a mantenere le nostre famiglie e a pagare tutte le spese? Io non so più cosa fare, andando avanti così rischiamo il fallimento. Le persone che si sono lamentate e che sono all’origine dei controlli frequenti a cui siamo sottoposti, vogliono una città spenta, ma noi cerchiamo di non disturbare: facciamo musica solo nel periodo estivo, un paio di volte alla settimana e fino a mezzanotte, non oltre”, aggiunge la ristoratrice.

Chiediamo solo di poter lavorare in tranquillità, senza problemi, nient’altro”, conclude Silvana.

 

Redazione

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