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Eventi | 10 agosto 2021, 09:42

Frantumato il velo delle etichette: grande successo per ‘La bella gioventù’ di Raffaella Verga, ieri sera in prima nazionale ad Albenga (FOTO E VIDEO)

Una ricerca sociale che punta a conoscere meglio ‘l’altra parte’ dei giovani di oggi, quelli che non fanno notizia, di cui nessuno parla, e a dare voce a chi vive e si impegna al di là delle generalizzazioni

Frantumato il velo delle etichette: grande successo per  ‘La bella gioventù’ di Raffaella Verga, ieri sera in prima nazionale ad Albenga

Voleva andare contro gli stereotipi, che mostrano i nostri giovani di oggi maleducati, senza valori, iperconnessi e perditempo e mettere in luce l’altra faccia, il loro volto bello e pulito: ce l’ha fatta Raffaella Verga, che con il suo docufilm,  interamente girato in territorio ingauno,  ‘La bella gioventù’, proiettato lunedì  9 agosto  in Piazza Enzo Tortora ad Albenga in prima nazionale, ha rotto il velo delle etichette con un messaggio positivo universale.

Ideazione, sceneggiatura, conduzione e regia: un grande lavoro gestito a 360 gradi dall’ingauna Raffaella Verga, che si è avvalsa della consulenza alla regia del marito Giorgio Molteni, regista pluripremiato nel mondo che, invitato a salire sul palco, ha commentato con modestia: “Sono semplicemente stato un osservatore partecipante”.

Un dialogo diretto, senza filtri e pregiudizi, una  ricerca sociale che passa attraverso l’occhio della camera da presa, che punta a conoscere meglio ‘l’altra parte’ dei giovani di oggi, quelli che non fanno notizia, di cui nessuno parla, e a dare voce a chi vive e si impegna al di là delle generalizzazioni.

Hanno sogni, aspettative, progetti e purtroppo anche delusioni e paure. Mostrano tutte le sfumature della gioventù  e raccontano come vivono e cosa desiderano dal mondo adulto, restituendoci un quadro inedito, rispetto alle generalizzazioni, e un messaggio fortissimo: siamo forse noi adulti che non riusciamo a comprendere fino in fondo i loro problemi, le loro necessità, il loro modo di pensare?

Come emerso anche dal tavolo di confronto incluso nel docufilm, a cui sono stati invitati S.E. Rev.ma Mons. Guglielmo Borghetti, il presidente della Fondazione Oddi di Albenga, Roberto Pirino,  la professoressa Maria Fausta Pansera dell’Istituto Don Bosco di Alassio, il presidente di Unitre Albenga, Alfredo Sgarlato, il presidente della Vecchia Albenga, Marisa Scola e il presidente della Croce Bianca, Bernardo Ardoino, probabilmente un problema incisivo risiede nel fatto che il mondo adulto non ascolta abbastanza. Ed è proprio questo che desiderano i giovani: chiedono l’ascolto “dei grandi”, un dialogo costruttivo e una maggiore interazione.

Penso che sia giusto mettere in evidenza quei giovani sani e belli dentro e impegnati, perché sono testimonianza di un modello positivo a cui altri possono ispirarsi”, afferma la Verga.

Nel mio lavoro incontro tanti bei giovani e mi sono chiesta : perché il modello dominante è rappresentato da quelli poco impegnati, che si drogano, che perdono tempo? Perché far vedere sempre e solo il volto “brutto” di questa gioventù? In questo modo passa un modello distonico, che può essere contagiante o contaminante. Così è maturata in me l’idea di far vedere l’altra faccia dei giovani, quelli di cui nessuno parla. Ce l’ho fatta: li ho cercati e li ho trovati, e ho deciso di sviluppare questa ricerca sociale nella mia città, Albenga, che amo tantissimo”.

Il documentario riflette la fotografia di una gioventù che esisteva un tempo e continua ad esserci anche nel mondo moderno: cambia le modalità, si evolve con i tempi, risponde a esigenze talvolta differenti rispetto al passato, ma i valori di fondo restano gli stessi. Fondamentale ora è aprirsi al nuovo, mantenendo salde le radici.

57 giovani intervistati tra i 18 e i 28 anni che lavorano o studiano, o fanno entrambe le cose,  sono impegnati in attività di volontariato, nel sociale, con persone con disabilità: hanno affrontato con Raffaella Verga i temi dell’amore, del sesso, del mondo social, che domina le nostre vite, paure e sogni.

Mi hanno stupito, perché molti di loro hanno voglia di ‘tornare indietro’, alle vecchie abitudini. E va sottolineato che sono pieni di valori, benché non facciamo che ripetere che non ne hanno. Come giustamente ha detto anche Dino Ardoino, presidente della Croce Bianca di Albenga, non esistono i giovani di ieri e i giovani di oggi: sono sempre giovani. Anche noi siamo stati giovani e abbiamo fatto le nostre esperienze, esattamente come loro. È una gioventù piena di sogni, di speranze e noi adulti abbiamo il dovere di stare loro accanto e ascoltarli. Dobbiamo disarmarci, metterci al loro fianco e supportarli. Ecco, dal dialogo con loro è proprio uscito questo messaggio: si sentono poco ascoltati e supportati da noi. Quindi ascoltiamoli e supportiamoli di più”, conclude la sceneggiatrice ingauna.

Durante la prima nazionale di ieri sera, erano presenti anche il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis, il vicesindaco Alberto Passino, l’assessore alle Politiche Sociali Marta Gaia e il consigliere comunale Martina Isoleri.

‘La bella gioventù’ è stato prodotto dall'Associazione Culturale Fargoff e realizzato con il patrocinio del comune di Albenga e in collaborazione con Coop Liguria e Fondazione De Mari, oltre al sostegno di Genova Liguria Film Commission e numerosi altri numerosi sponsor.

 

 

Maria Gramaglia

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