Gentile direttore,
Sono una delle vittime della recente alluvione, oltre a quella del 1992.
Nello svuotare i locali danneggiati dall'alluvione, abbiamo posizionato i detriti (mobili, scarpe, bottiglie, persiane, damigiane, attrezzi elettrici etc) vicino al bidone della spazzatura a 5 metri dal portone. Nel fare le operazioni di sgombero e di pulizia, abbiamo ricevuto aiuto da amici, vigili del fuoco e protezione civile per l'allagamento di un locale sotterraneo.
Questi ultimi ci hanno reso edotti delle "regole di sgombero" di ATA, secondo cui, chi sgomberava i locali da solo, senza aiuti di forze dell'ordine o volontari riconosciuti, avrebbe dovuto "conferire i rifiuti" al centro di raccolta sito di fronte al cimitero a oltre un chilometro di distanza. Nel caso opposto invece, non si sarebbe dovuto portare nulla in quanto sarebbero venuti i mezzi di ATA a ritirare i rifiuti.
A oltre 15 giorni di distanza, nessuno si è visto e l'ATA, interpellata al telefono da un vicino preoccupato, ha detto che è compito nostro "conferire il rifiuto al punto di raccolta".
I detriti sono su un'area privata sotto la quale vi è la vasca di raccolta della fognatura, che va quindi sgomberata rapidamente. Ma di questo non importa a nessuno se non a noi che lì abitiamo.
In altre regioni questo comportamento si chiama "cornuti e mazziati".
È evidente che l'ATA-Azienda Tutela Ambiente, più che tutelare l'ambiente e i cittadini, pare più interessata a tutelare gli interessi di qualcuno, magari i vertici ormai in dismissione, evitando di spendere anche poche decine di euro per raccogliere i detriti di un evento alluvionale. Si preferisce lasciare a carico dei danneggiati l'onere del trasporto, sebbene gli stessi paghino già profumatamente il servizio di smaltimento rifiuti urbani.
Dopo aver rivissuto a meno di trent'anni un'altra alluvione, aver spalato fango per più di una settimana ed aver subito ingenti danni economici, essere presi anche per i fondelli è troppo.
Questa è una situazione che non riguarda solo il mio caso, ma molte altre persone nelle zone interessate dall'alluvione.