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Attualità | 04 settembre 2022, 11:24

Esce "21 grams", album di debutto di Privative Alpha, progetto del chitarrista savonese Daniele Ferro

Ben sette cantanti danno le voci ai protagonisti di un’opera rock dalla trama intensa e profonda

Esce "21 grams", album di debutto di Privative Alpha, progetto del chitarrista savonese Daniele Ferro

Si intitola “21 grams” l’album di debutto di Privative Alpha, il nuovo progetto musicale del chitarrista e compositore savonese Daniele Ferro. Questo talentuoso artista è ideatore e autore di testi e musiche dell’intera opera, strutturata secondo la formula del “concept album”; dove, cioè, le canzoni seguono tutte un unico filo conduttore, come la trama di un romanzo o di un film.

Un vero e proprio “talk show” di presentazione di “21 grams” si svolgerà martedì prossimo, 6 settembre, alle or 18, presso i Giardini Serenella di Savona. Sarà una piacevolissima “chiacchierata in musica” con l’autore che spiegherà la genesi e i significati dell’opera al pubblico presente. Condurrà e coordinerà il dibattito il critico musicale, blogger e scrittore savonese Athos Enrile. 

Il disco uscirà in formato “fisico” il 16 settembre per Areasonica Records. Il tema dell’opera è quello dei “21 grammi”, intesi come “il peso dell’anima”: le sette tracce sono sette storie di vita di altrettante persone che, nel momento del loro trapasso, esprimono attraverso il canto le loro sensazioni, emozioni, ricordi, rimorsi, ma anche speranze verso ciò che troveranno “al di là”. 

Il talento chitarristico di Daniele Ferro è affiancato, nel disco, da ben sette cantanti e quattro strumentisti che troverete menzionati nel dettaglio nell’intervista che segue.

Partiamo dal nome del progetto: il concetto di “Alfa Privativo” (che sicuramente farà affiorare più di un ricordo a chi ha frequentato il Liceo Classico!) affonda le sue origini nella grammatica del Greco Antico. Come è nata l’idea di usarlo come “brand” di questa nuova avventura musicale?

Trovare un nome ad un progetto è una delle parti più importanti a livello di immagine che si desidera rimandare ed al tempo stesso complesse. Mi sono pertanto preso il tempo necessario a comprendere che taglio conferire e Privative Alpha è emerso a lavoro quasi ultimato musicalmente. Ovviamente eco, come da te sottolineato, dei banchi liceali, reso anglofono per omogeneità del progetto che è tutto in inglese, ma soprattutto interessante come concetto. Come l’aggiunta di una sola lettera riesca a capovolgere del tutto il significato di una parola rendendola il suo contrario, mettere per togliere, trovo che sia affascinante.

E passiamo ora al tema del concept, molto complesso: il cuore e l’anima come metafora ed emblema di tutto ciò che è la nostra vita. Quanto lavoro c’è dietro questa idea e come l’hai sviluppata?

Il Concept devo ammettere che si è sviluppato in un lasso di tempo molto lungo, credo anni ma mai in modo “organico”. Avevo una idea di fondo di un disco a più interpreti, con storie indipendenti, ma che fossero al contempo legate. Poi, come spesso accade, ho trovato ciò che cercavo quasi per caso ed il resto è venuto a quel punto chiaro e ordinato.

Nulla ci lega di più gli uni gli altri che le nostre stesse fondamenta esistenziali, sono l’unica costante nel nostro mare di differenze economiche, sociali, culturali. Per cui ho parlato di “dopo vita”, in modo laico, usando la morte dei personaggi per scavare sentimenti universali,  accomunandoli nel momento più “umano” ed ineluttabile di tutti e chiaramente ognuno di essi vive una esperienza diversa di distacco sulla base della sua vita e della sua esperienza, ma il fulcro del lavoro resta sempre l’animo umano, il nostro essere padri, figli, madri, religiosi, atei, sofferenti o in pace con noi stessi.

Hai iniziato a suonare molto giovane e chi ti conosce segue la tua attività da oltre vent’anni, ormai. Un lasso di tempo in cui sei stato coordinatore, ma potremmo tranquillamente dire “Deus ex Machina”, di diversi progetti. Sei partito con i Night Cloud, tra il power metal più sinfonico e il progressive rock più oscuro, per poi evolverti in dimensioni più intimiste e cantautorali. Adesso un “ritorno a casa” se possibile ancor più maestoso e operistico, grazie al coinvolgimento di numerosi cantanti e strumentisti. Vuoi parlarci di questo “percorso circolare”?

Se ti dicessi che c’è un qualcosa di premeditato nella strada che ho percorso a livello musicale mentirei spudoratamente. Sono stati anni bellissimi e di formazione quelli dei Night Cloud, dove ho sperimentato oltre che la giovinezza anche la scrittura per puro diletto. I Dagma Sogna hanno rappresentato un incontro con un aspetto di me stesso differenze e con il mio desiderio di scrivere liriche in italiano. Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni tutto sommato e devo ammettere che di certe canzoni vado fiero, a costo di apparire autoindulgente. Però alla fine, anche per le collaborazioni con altri artisti e gruppi, su tutti Nathan e Cerchio d’Oro, il mio legame con il progressive e quel tipo di musica come fruitore ed esecutore non si è mai perso negli anni. La voglia di fare, a volte mi rimprovero anche troppa, ha fatto il resto e così mi sono ritrovato a coinvolgere persone stupende: Maurizio De Palo e Sonia Miceli (batteria e basso) che hanno garantito un approccio ritmico musicale e tecnico su brani piuttosto articolati, Pier Abba e Simone Campete che li hanno colorati con le loro tastiere, e le 7 stupende voci, una diversa dall’altra che hanno reso possibile il disco. Rigorosamente in ordine di “apparizione” Andrea Garbarini con il suo piglio rock, Luca Cristiani con la sua emotività profonda, Francesca Marotta, che è talmente brava da sembrare di un altro pianeta, Davide Crisafulli, che oltre alle note doti vocali per cui è giustamente apprezzato mi ha aiutato nella fase di pre-produzione a realizzare le voci “guida” di molti brani, la delicatezza vocale di Cristina Di Bartolo e quel modo vagamente black, la potenza anni ’70 di Ivan Gallici che mi ha portato in territori da vero musical e le doti istrioniche di interprete di K, anche lui in grado di trasformare il brano assegnatoli. 

Insomma, a loro va il mio sentito ringraziamento, un vero “dream team”, a dimostrazione di quanto talento ci sia nella nostra regione e nella nostra provincia. Seguite tutti loro nei loro vari progetti da solisti o nei loro gruppi, anzi probabilmente che conosciate i nomi o meno, sono coloro che hanno suonato nelle vostre piazze in questa estate di ripresa post covid finalmente.

In questi due decenni di attività come hai visto trasformarsi la scena musicale in Italia in generale e in Liguria in particolare? Un pensiero va soprattutto alla pandemia, che ha inferto un duro colpo ai concerti. E come ti sembra la situazione oggi?

Mi sono dilungato enormemente prima quindi sarò brevissimo avendo in parte già risposto. Credo ci sia una vitalità sia tra addetti ai lavoriamo soprattutto come utenza, che è in netta risalita dopo anni di stagnazione. Come se proprio quella “alpha privativa” del non poter fare avesse aumentato il desiderio di musica e di concerti. Da parte di chi fa ho visto sempre più salire il livello musicale e professionale e posso dire che ci sono in zona realtà di primo piano. Insomma, magari non è da me ma in linea generale sono più fiducioso di quanto non fossi prima.

La domanda che arriva adesso è direttamente collegata alla precedente: alla luce di una situazione oggi così complicata, quali difficoltà si incontrano a portare dal vivo un progetto sinfonico e operistico decisamente articolato, con così tanti artisti coinvolti?

Le difficoltà logistiche per un progetto così sono molte ed il lavoro per portarlo live pare veramente grande. Anche perché la sua dimensione sarebbe in teatro e con dei cortometraggi brevi a introdurre ogni brano. Insomma le idee e la voglia ci sono, tutti i partecipati si sono detti disponibili e quindi è altamente probabile che ci proveremo. Se qualche Comune della zona quando legge ci offre il teatro ed il patrocinio io ci sono e gli altri con me. Il progetto ha qualche collegamento filosofico e filologico interdisciplinare, mi piacerebbe presentarlo nella sua interezza con la giusta struttura. 

Certi di avere stimolato grande curiosità nei lettori, ti salutiamo con la domanda più importante: dove e quando sarà possibile vedere “21 grams” di Privative Alpha dal vivo e, nel frattempo, dove si può ascoltare e acquistare l’album?

Intanto il primo appuntamento è martedì 6 settembre presso i giardini Serenella, dove i presenti potranno ottenere se lo desiderano la copia fisica in anteprima rispetto alla release ufficiale, poi come detto prima, ci sto lavorando per la dimensione live, quindi se tutto va bene a breve avrò novità in merito e non vedo l’ora. A giorni uscirà anche un video playtrought del brano Outcast (Blame the fool), proprio a ridosso dell’uscita. Fatto questo il disco uscirà ufficialmente il 16 settembre, per Areasonica che ringrazio per la fiducia, e su tutte le piattaforme streaming come di consueto. Chi abbia piacere di fare due chiacchiere sul disco o inviarmi le sue opinioni può trovarmi su Instagram e scrivermi in direct, per me sempre un piacere un confronto con chi fosse desideroso di approfondire o darmi consigli o critiche che servono sempre. In conclusione scusandomi per la prolissità caratteriale, ma stimolata delle domande, ti ringrazio di cuore.

Redazione

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