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Attualità | 06 novembre 2025, 11:44

Pesca a strascico, la Liguria chiede un piano per il 2026: "Serve assicurare continuità produttiva e stabilità al comparto"

Al centro del confronto che ha visto, a Genova, impegnati Coldiretti, FedAgriPesca e Legacoop il decreto ministeriale circa il fermo temporaneo di 4 settimane

Pesca a strascico, la Liguria chiede un piano per il 2026: "Serve assicurare continuità produttiva e stabilità al comparto"

Si è svolta ieri, presso la sede di Coldiretti Liguria, un'importante riunione regionale dedicata al comparto della pesca a strascico ligure. L'incontro, che ha riunito operatori, rappresentanti di categoria e istituzioni di tutta la regione, è stato convocato in risposta al provvedimento del Ministero che ha introdotto un fermo di 60 giorni continuativi, una misura definita come "senza precedenti nella storia della pesca italiana".

Il confronto, che ha fatto seguito agli incontri provinciali delle scorse settimane, ha evidenziato la difficile situazione del settore, che chiede certezze e sostegno immediato.

Al centro del dibattito, il Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF). Pur scongiurando una chiusura totale delle attività fino al 31 dicembre 2025, il provvedimento ha prorogato fino al 30 novembre il fermo temporaneo della pesca in tutta la fascia tirrenica, dal Mar Ligure al basso Tirreno e alla Sardegna. La proroga è giunta a seguito di una trattativa con la DG Mare della Commissione Europea.

Il Decreto prevede un fermo aggiuntivo di 4 settimane, ma con due garanzie cruciali: indennità economiche per imprese e lavoratori colpiti dal blocco; e la ripresa dell’attività di pesca dal 1° dicembre 2025 per tutte le imbarcazioni autorizzate alla pesca a strascico nelle GSA 8, 9, 10 e 11, con particolare riferimento a quelle impegnate nella cattura dei gamberi di profondità (rosso e viola).

I rappresentanti di categoria hanno espresso una posizione unitaria e ferma: “Il fermo di 60 giorni, adottato per la prima volta nella storia del nostro Paese, ha permesso di evitare una chiusura totale delle attività fino a fine 2025, ma allo stesso tempo impedisce una reale pianificazione del lavoro, generando forte incertezza tra gli imprenditori ittici - hanno dichiarato Daniela Borriello (Coldiretti Pesca Liguria), Augusto Comes (Confcooperative – FedAgriPesca Liguria) e Lara Servetti (Legacoop Liguria – Settore Agroalimentare) -. Il Ministero ha garantito ristori economici, ma chiediamo che anche la Regione Liguria possa intervenire con risorse proprie per misure integrative di sostegno a un comparto fondamentale per l’economia e l’occupazione dei nostri territori costieri.”

Le associazioni sottolineano che i pescatori chiedono prima di tutto di poter lavorare, non di vivere di sussidi, ribadendo la necessità di una programmazione chiara e condivisa per il 2026. L'obiettivo è assicurare continuità produttiva e stabilità al comparto.

Le organizzazioni di categoria, d’intesa con gli operatori liguri, chiedono l’avvio immediato di un tavolo tecnico permanente tra istituzioni e rappresentanti della pesca. Gli obiettivi sono: definire un plafond di giornate di pesca per singola imbarcazione basato su criteri equi e storicità; individuare misure tecniche di compensazione che evitino ulteriori riduzioni nel 2026; e garantire una gestione flessibile e coerente con le specificità del Mar Ligure.

L’incontro si è svolto in un clima costruttivo ma segnato da forte preoccupazione. Gli operatori, da Ventimiglia a La Spezia, hanno espresso la volontà di passare dalla protesta alle proposte, ma in assenza di risposte concrete e rapide, non si escludono nuove mobilitazioni a difesa di un’attività strategica per l’economia ligure. L’obiettivo condiviso resta la regionalizzazione della gestione della pesca, con la definizione di un Piano di Gestione Ligure basato su evidenze scientifiche e sulle peculiarità locali, grazie alla collaborazione tra Regione Liguria, i Gruppi di Azione Costiera (GAC) e il G.A.L. Fish Liguria.

Redazione

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