"Sanac è un'azienda che senza l'ex Ilva non può andare avanti e lo stesso vale al contrario".
È andato dritto al punto nell'incontro di ieri con la Conferenza Capigruppo in Regione Alessandro Bonorino, esponente rsu della Filctem Cgil.
Era stato richiesto in vista del bando di vendita di Sanac che scade il prossimo 9 gennaio.
Attualmente nello stabilimento vadese che produce materiali refrattari sono presenti 50 lavoratori con la cassa integrazione che si è azzerata perché sono presenti una copertura di ordini fino a febbraio-marzo.
Lo scorso settembre per la settima volta gli stabilimenti Sanac di Vado Ligure, Assemini, Gattinara e Massa sono stati messi in vendita.
Da lì la continua preoccupazione che va avanti con i problemi dell'ex Ilva di Taranto che non fanno stare sereni i lavoratori e i sindacati.
"L'incontro si è basato sulla questione della strategicità di Sanac, è infatti un'azienda nata per stare, è strutturata e per continuare a produrre per l'ex Ilva - prosegue Bonorino - Contestiamo lo spacchettamento per quello, per garantire i volumi che richiedono. L'Italia infatti non può perdere l'acciaio".
"Abbiamo chiesto di farsi carico delle nostre e loro rimostranze al Governo e al Ministro Urso facendo quadrato con le altre regioni - conclude l'esponente rsu Filctem Cgil - L'Assessore Ripamonti ci ha confermato la contrarietà allo spacchettamento e ci ha proposto un incontro a Vado prima della scadenza del bando".
Al tavolo erano presenti oltre a Ripamonti, anche il presidente del consiglio regionale Stefano Balleari, il vice presidente Roberto Arboscello e i consiglieri Alessandro Bozzano, Andrea Orlando, Jan Casella e Giovanni Pastorino.














