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Al Direttore | 21 agosto 2013, 16:06

Quali interessi dietro al carbone? Intervento di un lettore

Quali interessi dietro al carbone? Intervento di un lettore

Egregio Direttore,

 

 

Dopo aver letto il seguito del Festival, di cui all'articolo in oggetto, vorrei ulteriormente commentare, magari per aiutare a dare qualche risposta al quesito che pone nel titolo e che sembra essere emerso durante il dibattito.

 

Quali interessi dietro al Carbone?

 

Prima di tutto, direi senza ombra di dubbio per qualsivoglia Paese sviluppato (come appunto dovrebbe ancora ambire ad essere anche l'Italia), quello del nostro stesso Paese, perchè è indubitabile che tutti i Paesi più sviluppati al mondo (G8 e G20, con la sola negativa eccezione dell'Italia e particolare eccezione della Francia, che come sappiamo ha strategicamente scelto  il Nucleare, dal quale ottiene circa il 75% dell'elettricità prodotta in quel Paese) hanno un significativo contributo per la produzione elettrica a casa loro che deriva dal Carbone.

In Italia, purtroppo, questo combustibile è invece l'ultimo tra le Fonti impiegate per produrre l'elettricità e questo, indubitabilmente, penalizza in maniera rilevante le capacità competitive dell'Italia e della sua industria manifatturiera (che serve a dare benessere ed occupazione a casa nostra), oltre a costituire un pesante e maggiore rischio strategico per i nostri approvvigionamenti energetici. L'Europa ha richiamato l'attenzione dei propri membri su tale rischio, richiedendo ed auspicando che tale "dipendenza" sia contenuta entro il 50% dei bisogni, mentre in Italia abbiamo una dipendenza superiore all' 85%, quindi i più a rischio tra tutti i grandi Paesi Ue28.

 

Fa certamente piacere che un grande esperto di comunicazione come Carlo Freccero abbia ritenuto di partecipare al dibattito; sorprende però che da esperto del settore abbia ritenuto di rispondere al quesito con una "banale" ed infelice retorica battuta: la metafora della "Befana", associandola poi ad un'asserita "penalizzazione" per Savona, che mette in evidenza la sua scarsa conoscenza sull'importanza che il settore industriale termoelettrico ha per qualsiasi Paese, sviluppato o meno che questo sia.

Stupisce una tale inadeguata "comunicazione" da parte di un indubbio esperto del settore e lo "scandalo" per Savona e per l'Italia è invece l'inadeguata ed insufficiente comunicazione sul tema dell'energia, purtroppo una  costante dei nostri media, dove i "luoghi comuni" e la demonizzare del combustibile solido "Carbone" sono retorica abituale, a tutto danno di una più opportuna comprensione del cittadino comune e degli interessi collettivi e del Paese nel suo insieme.

 

Parla di leggi e politiche locali assurde e sarei portato a condividere questa sua valutazione, solo che ben diversi sono i parametri di valutazione che mi ispirano per coniugare turismo ed industria, come se le due cose fossero concettualmente un "ossimoro" e non invece due realtà e necessità di cui l'Italia non può fare a meno se non vuole velocemente perdere il benessere a cui abbiamo aspirato negli ultimi 50 anni e che vorremmo certo conservare anche per il futuro.

 

Auspica addirittura ulteriori "processi alla politica" (che, dice: "fa solo comunicazione mediatica"!), come se non ce ne fossero già in abbondanza e sorprende che tale invocazione sia espressa da chi forse conosce bene quale pesante influenza la politica abbia sempre avuto in Rai.

 

Sorprende ancor più l'espressione fatta dal presidente di Legambiente Liguria, che dice: "la politica è ancora troppo forte nel difendere le lobbies del fossile"! Un'evidente scivolata ed auto-denuncia,  vista l'ossessiva e spesso del tutto fuorviante retorica in favore delle pseudo energie "verdi", espressa abitualmente dalle vere lobbies, quelle "ambientaliste", che sta creando serissimi problemi al Paese con incentivi regalati alle "Fonti Rinnovabili" che hanno già raggiunto nel 2012 i 12 miliardi di Euro/anno (garantiti poi per 20 anni a venire) e che stanno mettendo in ginocchio il Paese ed i suoi cittadini che si trovano a dover coprire tale enorme esborso in Bolletta. 

Se la politica avesse mai voluto difendere, con cognizione di causa, il Carbone (come avrebbe invece dovuto e come avviene in tutti i Paesi più avanzati del Mondo), l'Italia non si troverebbe nell'infelice situazione che ci caratterizza da decenni e che consiste nell'avere un "Mix delle Fonti" per la produzione elettrica totalmente asimmetrico e ben poco diversificato ed equilibrato, rispetto invece alla realtà che caratterizza gli altri grandi d'Europa e del Mondo. Questo comporta l'infelice condizione di avere l'elettricità più cara d'Europa e porta all'Italia anche l'improprio primato di essere il maggiore importatore di elettricità (non riusciamo neppure a produrre a casa nostra tutta l'elettricità che necessita al nostro sistema Paese), pur essendo il Paese indubbiamente più "virtuoso" sia in termini di "intensità energetica" (vale a dire di consumo di energia per unità di PIL), che di emissioni procapite di CO2, la tanto demonizzata molecola, elemento fondamentale per la vita sul Pianeta. Come mai la "comunicazione" non ricorda mai questi primati, vista invece l'enfasi che viene abitualmente posta sugli stessi elementi? Difetto della comunicazione, evidentemente.

 

Ha invece perfettamente ragione Grammatico quando afferma che "il modello di sviluppo industriale che ci stanno proponendo è insostenibile e non crea sviluppo", solo che le motivazioni di questo sono ben diverse da quelle a cui lo stesso ha voluto fare riferimento. Ancora un "lapsus freudiano" quando invece parla di un "sistema che continua a drenare denaro", mentre fuorviante è il riferimento alla salute ed all'ambiente. Risulta forse a Grammatico ed ai suoi colleghi "ambientalisti" che la Germania sia stata classificata un "lazzaretto", visto che producono a casa loro ben 7 volte in termini assoluti più elettricità da Carbone di quanto sappiamo fare noi in Italia (circa 280 TWh contro i soli circa 40 TWh nostri) ??? 

 

Spiace dover osservare anche l'altra infelice "banalità" espressa da Massimiliano Varriale (ma evidentemente, se si invitano solo gli "ambientalisti" non è che ci si aspetti di sentire un'analisi approfondita ed obiettiva sull'importante contesto elettrico), quando dice che: “Savona e l’Italia non hanno bisogno di centrali a carbone. Ha un senso solo per le aziende ma non il bene del Paese"! Mi piacerebbe invitare Varriale ad esaminare le statistiche ufficiali regolarmente pubblicate dalla IEA (International  Energy Agency di Parigi) che dimostrano come stanno le cose nei grandi Paesi avanzati, ma ho il timore che non lo interessino più di tanto, perchè non allineate con i suoi interessi. Verissimo invece quando dice che in Italia c'è un eccesso di "POTENZA" installata (a causa delle incredibili moltiplicazioni di installazioni super incentivate, non programmabili, del Solare FV ed Eolico e delle ridondanti centrali alimentate solo a Gas Metano (unici in tale gravosa situazione in Europa), la cui inutilità è dimostrata dalle stesse, che sono costrette per ben 3/4 della potenza installata a rimanere sostanzialmente spente, perchè NON competitive ed una parte di queste costrette a fare da "back-up" per il rischio di "black-out" costante che le troppe intermittenti "Rinnovabili" causano al sistema elettrico nazionale! A proposito, a carico di chi debbono attribuirsi questi ulteriori significativi costi, che presto saranno peraltro gravati anche dalla richiesta di ulteriori incentivi, sotto la voce di: "Capacity Payment" invocato da quegli Operatori che non riescono neppure a pagare gli ammortamenti di tutti quegli impianti?  No, andranno anche questi a carico delle bollette dei consumatori.

L'evidenza di quanto sopra è certificata anche dal fatto che, con tutta quella "potenza" installata", l'Italia non riesce a dismettere la cronica dipendenza dall'importazione di elettricità, indubitabilmente prodotta per noi soprattutto dal Nucleare d'Oltralpe. Noi che avremmo detto no al Nucleare!

 

Dulcis in fundu le considerazioni della neo Assessore all'Ambiente del Comune (ex-Verdi) che, tanto per non smentirsi, evoca in negativo, l'esempio del nuovo inceneritore di Parma, che darà invece un valido contributo alla gestione e smaltimento dei rifiuti di quella Provincia, consentendo anche di produrre utile energia, anzichè continuare a conferire i rifiuti urbani in discarica, altra annosa ed incredibile infelice realtà del nostro bel Paese. 

Invoca poi l'aiuto della Regione che, nel caso specifico, fortunatamente c'è stato ed il Governatore Burlando e la sua Giunta hanno opportunamente avallato la necessità di integrare la Centrale con un nuovo e modernissimo impianto che potrà dare energia vitale all'economia ed al benessere locale.

 

Evito di aggiungere altro in merito a quanto espresso da Gianfranco Gervino di Unitiperlasalute, perchè quanto riportato mi ha riportato alla mente un'altra infelice espressione, spesso evocata da alcuni: qualla della "decrescita in-felice"!

 

C'è da augurarsi che la prossima volta si possa coinvolgere nel dibattito anche qualche autorevole voce di autorevoli professori, esperti in energetica ambientale (non mancano nel nostro Paese) che avrebbero potuto agevolmente dare risposta ai quesiti emersi e che purtroppo, a mio parere, hanno avuto una replica invece molto inadeguata. Ma l'invito è sempre e proprio quello di fare corretta ed ampia comunicazione e divulgazione su questi importanti e fondamentali argomenti, sempre nell'interesse vero della collettività.    

 

Cordialità.

 

Rinaldo Sorgenti

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