Finale Ligure è la Piaggio e la Piaggio è Finale Ligure. Generazioni intere di famiglie hanno lavorato all'interno di questa azienda aeronautica, che ha segnato e costruito la storia di questa città.
E così siamo andati a farci raccontare la Piaggio da chi l'ha vissuta per 10, 15 anche 35 anni dall'interno, dagli operai che da lunedì sono in presidio davanti ai cancelli, dopo che è stato proclamato lo stato di agitazione.
C'è chi è entrato in fabbrica a 17 anni, perché quello era il destino, ma anche la volontà di chi ha visto i propri padri e fratelli costruire aerei durante la seconda guerra mondiale. Prima l' istituto professionale per l'artigianato, con indirizzo meccanico, e poi la Piaggio, un percorso scritto, ma soprattutto scelto, perchè lavorare lì era ed è essere parte della storia di Finale Ligure.
"35 anni fa, quando sono entrato, ci racconta un operaio, era completamente diverso. I vecchi ci insegnavano ad usare i macchinari, il tornio ad esempio, e uno impiegava tre o quattro mesi a prendere un minimo di manualità e fare i primi lavori. Si cresceva piano, era un lento passaggio di conoscenze ed esperienza, ora è diverso".
Non solo da Finale ovvio, anche da Calizzano, Calice e tutti i paesi dell'entroterra arrivavano gli operai. "I macchinari di oggi hanno tolto la manualità ed un po' di artigianalità. Una volta si lavoravano di più le leghe leggere, l'alluminio ad esempio. Ora si usa il carbonio....". E poi il racconto si è interrotto, eravamo lì quando è arrivata la telefonata dei sindacati che annunciava che non era stato firmato l'accordo, che le notizie per lo stabilimento finalese non erano così positive.
E c'è chi si è arrabbiato, ma a qualcuno sono anche venuti gli occhi lucidi, perché la Piaggio è Finale Ligure, ma soprattutto è i suoi operai.














