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Politica | 03 marzo 2023, 12:50

Il 5 per cento dei liguri rinuncia a curarsi per le liste d'attesa troppo lunghe. Il sondaggio di Youtrend per il Partito Democratico

"Chi può permetterselo si rivolge alle strutture private, ma sono sempre di più i liguri che rinunciano alle cure"

Il 5 per cento dei liguri rinuncia a curarsi per le liste d'attesa troppo lunghe. Il sondaggio di Youtrend per il Partito Democratico

Il 5 per cento dei cittadini liguri rinunciano a curarsi per le lunghe liste d'attesa. È il quadro che emerge dal sondaggio commissionato dal Partito Democratico in Regione e realizzato da Quorum/Youtrend su un campione di 804 cittadini a cui sono state rivolte domande relative alla propria esperienza per quanto riguarda le liste d'attesa per la prenotazione di esami e visite mediche.

Secondo il sondaggio sette persone su dieci ritengono difficile ottenere una visita medica in tempi ragionevoli e tre liguri su quattro definiscono i tempi di attesa per una prestazione medica lenti, mentre quasi nove liguri su dieci si sono trovati almeno una volta a doversi inserire in liste d’attesa che ritenevano troppo lunghe. Per colmare le carenze il 57,4 per cento dei liguri ricorre a strutture private, mentre il 5 per cento rinuncia a curarsi (un dato che riguarda soprattutto le persone disoccupate).

Il sondaggio è stato svolto con tecnologia C.A.T.I. - ha spiegato Davide Policastro, responsabile delle ricerche di Quorum/Youtrend – Abbiamo telefonato alle persone in tutta la Liguria cercando di mantenere il più possibile una distribuzione rappresentativa del campione rispetto alla popolazione. La sanità è giudicata in maniera globalmente positiva, i liguri non sono entusiasti dei servizi, ma sicuramente non li bocciano, per ci sono grandissimi problemi dal punto di vista dell'accessibilità al servizio per quanto riguarda tempi e facilità di accesso alle cure”. 

Emerge un quadro molto critico rispetto al tema delle liste d'attesa. - commenta il capogruppo del Partito Democratico in Regione Luca Garibaldi - Nove su dieci le giudicano troppo lente, un ligure su tre ha dovuto attendere più di sei mesi e la metà di queste persone si è dovuta rivolgere al privato. Il quadro della sanità ligure è fuori controllo per quanto riguarda prestazioni e servizi, noi abbiamo voluto dimostrare con una ricerca scientifica che questa non è una sensazione, ma è il quadro della sanità ligure. Personale e sanità territoriale sono le richieste che vengono e devono essere al centro del piano sociosanitario, con una sanità pubblica, vicina ai cittadini che sia più efficiente di adesso. Su questi numeri vorremmo sviluppare una discussione aperta, perché senza una sanità pubblica di cui c'è bisogno dopo la pandemia, non c'è rilancio per questo Paese".

Agli 804 cittadini intervistati è stato chiesto un parere sulla proposta di legge presentata da Pd e Movimento 5 Stelle sullo psicologo di base. “L'80 per cento dei liguri ha dichiarato che sarebbe una riforma importante, – ha commentato Garibaldi – questi sono gli assi da cui vorremmo ripartire per costruire un modello diverso di sanità”.

Secondo Garibaldi il supermanager Giuseppe Profiti, che recentemente si è dimesso dall'incarico di coordinatore della Struttura di Missione del Sistema sanitario e sociosanitario ligure, ha contribuito al peggioramento della situazione sanitaria. “I dati dimostrano che su prevenzione e servizi la situazione non è delle migliori. Si è dimesso ma l'eredità rimane quella sulle spalle della giunta Toti che in sette anni non è riuscita a costruire un ospedale, che sta causando un aumento delle fughe e delle liste d'attesa”.

Il sondaggio è stato affiancato a una ricerca: 'Tu come stai?' attraverso la quale i cittadini hanno elencato gli esami di più difficile accesso. “Per una colonscopia in Asl4 si chiedono 579 giorni. - commenta il capogruppo Pd – Molte volte le persone sono costrette a rivolgersi al privato, ma c'è un dato in questo sondaggio molto preoccupante, cioè il fatto che il 5 per cento dei liguri di fronte alle liste d'attesa troppo lunghe rinuncia a curarsi, e rinunciare alle cure significa abbandonare il servizio della sanità pubblica”. 

Accanto alla lentezza, una parte dei cittadini liguri fa i conti anche con le distanze dai luoghi di cura: il 23,6 per cento degli intervistati si è dovuto curare fuori dalla propria Asl di appartenenza e il 30,5 per cento che non trova appuntamento vicino casa ricorre a una struttura privata. Per il 49,5 per cento le sedi di cura sono ragionevolmente vicine e il 40,5% di coloro che non ritenevano ragionevolmente vicina la sede della prestazione hanno comunque accettato la sede proposta

La medicina territoriale e i medici di base soddisfano il 57,4 per cento degli intervistati che invece sono più critici su assistenza domiciliare agli anziani e Pronto Soccorso, servizi giudicati insufficienti rispettivamente da un terzo e da quasi il 40% di coloro che ne hanno fatto ricorso.

I due elementi che vengono più spesso individuati come da migliorare sono l’accesso alle visite di controllo -per il 44,1% dei liguri- e l’assistenza domiciliare -39,2%-, mentre per quanto riguarda il sistema ospedaliero il problema principale pare essere la carenza di personale -per il 55,6% dei liguri-. Più in generale, nell’ambito del disegno del prossimo Piano Socio-Sanitario della Regione Liguria, la riduzione delle liste d’attesa dovrebbe essere il primo problema da affrontare -per il 43,6% dei cittadini-, seguito dal potenziamento dei Pronto Soccorso, della rete di medicina territoriale e di medicina per gli anziani”, osserva ancora Policastro.

Siamo di fronte a un quadro che coinvolge tutta la Regione, comprese le province - aggiungono i consiglieri regionali del Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione, Roberto Arboscello, Enrico Ioculano, Davide Natale, Pippo Rossetti e Armando Sanna - i cui dati approfondiremo territorialmente con incontri e condivisione dei contenuti nelle prossime settimane. I problemi risultano molti gravi sia nel ponente che nell’area genovese e nel levante: un indebolimento della sanità che abbiamo registrato nella nostra attività quotidiana sui territori, dove si registra carenza di medici di base soprattutto nell’entroterra, fughe verso altre regioni per esami e prestazioni, oltre la piaga delle liste d’attesa. Testimonianza di un disfacimento della Sanità pubblica e di uno spostamento verso quella privata che impoverisce il sistema sanitario ligure e colpisce soprattutto quei cittadini che per motivi economici non si possono rivolgere al privato e rimandano cure spesso essenziali”.

Questa ricerca – aggiunge la segretaria del Pd ligure e deputata Valentina Ghio - è un’importante strumento conoscitivo messo in campo dal Gruppo regionale del Partito Democratico, che dà la parola ai liguri e alle liguri ed evidenzia in modo chiaro e verificato, quello di cui abbiamo avuto consapevolezza in questi anni: ovvero il fallimento della gestione della sanità pubblica da parte del governo regionale. In particolare emergono i principali problemi che i cittadini vivono quotidianamente sulla loro pelle, soprattutto quando sono più vulnerabili, ossia quando stanno male. La gestione della sanità in epoca Toti, nonostante la grande dedizione di medici, infermieri, OSS e tutto il personale socio sanitario, dimostra il suo essere fallimentare, un fallimento che i Liguri stanno pagando con gli interessi e che le politiche di sotto finanziamento della Sanità pubblica da parte del governo nazionale rendono ancora più evidente. La sanità sarà il primo punto in cui il Partito Democratico, oltre a rendere trasparente le disfunzioni attuali, metterà in campo proposte alternative che rispondano al bisogno di salute di tutti i liguri non soltanto di quelli che possono permetterselo”.

In Liguria – osserva il senatore del Partito Democratico Lorenzo Basso - siamo di fronte a una sanità in affanno, non più in grado di rispondere alle reali esigenze dei liguri e i dati raccolti da questa ricerca lo confermano. Liste d’attesa sempre più lunghe e la difficoltà ad accedere ai servizi rendono la cura possibile solo per alcuni: chi può permetterselo rivolgendosi al privato, gli altri spesso sono costretti a rinunciare alle visite o a farle troppo tardi. Il governo sta contribuendo a questo dissesto tagliando ulteriormente le risorse alla sanità per la prima volta dall’inizio della pandemia. Sarà nostra priorità tracciare un programma chiaro che passi da un piano di rafforzamento della sanità pubblica, attraverso nuove risorse, assunzioni e investimenti. Lontano da quanto finora è stato fatto da chi in questi anni sta sottraendo ai cittadini il diritto alla cura”. 

"La ricerca conferma quello che da tempo il Partito Democratico ligure denuncia, raccogliendo diverse segnalazioni di cittadini ed operatori sanitari, ovvero un sistema sanitario regionale che progressivamente viene smantellato. Si tratta di conseguenze dovute a scelte ben precise, a partire dal mancato investimento sull'aumento del personale, fino alla rinuncia del potenziamento delle strutture, in una regione che vede tra le altre cose una percentuale di popolazione anziana in crescita. Una scelta ben precisa che determina da parte della giunta Toti uno spostamento graduale verso la sanità privata, per chi può, a scapito di quella pubblica e universale. E che si accompagna ai mancati investimenti, alle risorse sottratte alla sanità pubblica dal Governo Meloni nella legge di bilancio. Un disegno perverso che abbandona decine di migliaia di persone al loro destino”, conclude il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

IN ALLEGATO I RISULTATI DEL SONDAGGIO

Files:
 PD LIGURIA SANITA 03032023 V6 PERCONFERENZASTAMPA (1.4 MB)

Francesco Li Noce

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