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Cronaca | 10 maggio 2024, 16:39

Terminato l'interrogatorio di Toti in un palazzo di giustizia blindato. L'avvocato: "Parleremo la prossima settimana"

Al terzo piano è comparso il segnale stradale del "divieto di accesso ai non addetti ai lavori". Il governatore arrivato in Procura intorno alle 13,30

Il cartello "vietato l'accesso" posto al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Genova

Il cartello "vietato l'accesso" posto al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Genova

Si è svolto nel pomeriggio odierno l'interrogatorio a Giovanni Toti, presidente sospeso della Regione Liguria nel contesto dello scandalo delle mazzette.

Toti, il quale è stato assistito anche in questo passaggio dall'avvocato Stefano Savi, è giunto in palazzo di giustizia di Genova presidiato con tanto di accesso al terzo piano, quello dell'interrogatorio, bloccato ai cronisti con un vistoso cartello "divieto di accesso ai non addetti ai lavori", direttamente da Ameglia dove sta osservando la misura di custodia cautelare domiciliare, scortato dai militari della guardia di finanza.

Come anche Paolo Emilio Signorini, ex ad di Iren e già presidente dell'Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona, ha scelto di mantenere il silenzio per la necessità di valutare attentamente il materiale dell'accusa prima di rispondere.

LE PAROLE DELL’AVVOCATO SAVI

“Non abbiamo parlato oggi ma chiederemo l’interrogatorio la prossima settimana al pubblico ministero. Al termine chiederemo una revoca della misura”. 

Ad annunciarlo è Stefano Savi, avvocato di Giovanni Toti“E’ sicuramente - spiega il legale - una esperienza che che lascia il segno e unanamente si può capire”

Savi ha dichiarato ai giornalisti fuori dal Palazzo di Giustizia che stanno esaminando attentamente il fascicolo del caso, definito "complicato", e hanno comunicato ai pubblici ministeri la loro intenzione di leggerlo. Dopo questa fase, prevedono di chiedere la revoca delle misure cautelari per esigenze personali e per poter avere un confronto diretto con il mondo della politica.

Toti in questi giorni sta studiando gli atti: “È impegnato - aggiunge il legale -nella lettura degli atti per imbastire una difesa alle accuse. Dimissioni? Prima serve una verifica con le persone con cui ha lavorato. Ora non può parlare con nessuno”. 

Il suo legale ha voluto ribadire come il suo assistito abbia lavorato per il bene delle istituzioni: “Si tratta - prosegue - attività politica fatta alla luce del sole. Non ha preso nulla per se stesso. Ed è tutto tracciato e tutto rendicontato. Le modalità e le interpretazioni che da dato la Procura? Le affronteremo con il pubblico ministero. Possiamo dire che il presidente è sicuro che le sue azioni non hanno alimentato nulla di illecito se non il bene della Liguria”

IL COMMENTO DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI

"Poco prima dell'arrivo del presidente, misteriosi cartelli con su scritto 'lavori in corso' sono comparsi al terzo piano del palazzo di giustizia dove era atteso Toti. Non solo: come se non bastasse, successivamente i giornalisti sono stati fatti allontanare anche dal nono piano del Tribunale di Genova senza alcuna spiegazione.

Si tratta di un fatto gravissimo. Nessuno può impedire ai giornalisti di fare il proprio lavoro. Devono essere garantiti sempre, a maggiore ragione su fatti così rilevanti, il diritto di cronaca e la libertà di stampa che non posso andare a intermittenza in base ai soggetti coinvolti", dicono Matteo Dell'Antico (segretario Associazione Ligure dei Giornalisti), Tommaso Fregatti (presidente Gruppo Cronisti Liguri) e Filippo Paganini (presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria).

Redazione

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