La storia del calciatore Guido Tieghi che fu accusato ingiustamente di crimini non commessi durante la guerra e che nell'apice della sua carrierà rimase lontano dai campi e dalla sua famiglia per oltre 15 mesi.
Il giornalista e scrittore Massimo Novelli sabato 14 giugno alle 17.30 nella Società Fratellanza Leginese A.P.S. di via Chiabrera 4 a Savona presenterà il suo libro "La vita strappata di Guido Tieghi. Una storia della Resistenza".
Con l'autore interverranno lo storico Franco Astengo, Dario Tieghi, figlio di Guido e Dilvo Vannoni di Anpi. L'evento è organizzato dalle sezioni Anpi Mario Rossello di Legino e Giuseppe Lagorio delle Fornaci.
Vercellese, partigiano nella Brigata Garibaldi e promessa del calcio italiano, Tieghi, centravanti, militò in squadre di primo piano come la Pro Vercelli, il Torino, il Livorno e il Novara. A poco più di vent’anni, il suo nome circolava tra gli eredi designati di fuoriclasse come Silvio Piola e Guglielmo Gabetto. Secondo molti osservatori dell’epoca, era prossimo alla convocazione nella Nazionale in vista dei Mondiali del 1950.
Ma il 21 dicembre del 1948 la sua vita cambiò per sempre. Nel clima di crescente ostilità verso il movimento partigiano, venne arrestato a Vercelli con l'accusa di omicidi avvenuti durante la Liberazione. Le prove erano inconsistenti. Eppure, rimase in carcere per oltre 15 mesi.
Nell'aprile del 1950, fu prosciolto da ogni accusa, ma il danno era ormai irreparabile. La sua carriera, come la sua esistenza, era stata spezzata. Tieghi non tornò mai più a essere ciò che avrebbe potuto.Morì poi prematuramente a 48 anni.
In carriera totalizzò complessivamente 49 presenze e 20 reti in Serie A e 41 presenze e 12 reti in Serie B. Allenò l'Aosta.















