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Cronaca | 10 dicembre 2025, 07:55

Albenga, finisce in carcere l'ex consulente dello schema Ponzi: violato il divieto di telefonare

Maura Bico, l'ex consulente indagata per truffa, abusivismo e riciclaggio, avrebbe effettuato numerose chiamate verso ex clienti, vittime della frode e varie società finanziarie e commerciali

Dagli arresti domiciliari al carcere. Si aggrava la posizione di Maura Bico, 70 anni, ex consulente finanziaria albenganese accusata di aver orchestrato una frode milionaria secondo il classico schema Ponzi. La Guardia di Finanza di Savona ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP su richiesta della Procura, che ha chiesto il passaggio a una misura più restrittiva dopo aver accertato ripetute violazioni delle prescrizioni imposte.

La donna, agli arresti domiciliari da luglio, aveva il divieto assoluto di usare il telefono, salvo deroghe specifiche per visite mediche e colloqui con i difensori. Avrebbe invece effettuato numerose chiamate a ex clienti raggirati, istituti bancari, società finanziarie e di recupero crediti. Contatti incompatibili con la misura in corso e, secondo gli inquirenti, potenzialmente finalizzati a reiterare le condotte contestate.

I reati ipotizzati a carico della donna sono abusivismo finanziario, truffa aggravata, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Al vaglio anche la posizione di familiari più stretti.

L'inchiesta delle Fiamme Gialle, partita dall'analisi di operazioni sospette sui conti correnti del nucleo familiare e dalle denunce di alcuni clienti insospettiti dalle mancate restituzioni negli ultimi due anni, ha ricostruito un'attività fraudolenta protrattasi per anni. 

Maura Bico, cancellata dall'albo dei consulenti finanziari nel 2014 ma con un curriculum di rilievo maturato in diversi intermediari finanziari, avrebbe continuato a raccogliere risparmi presentandosi come procacciatrice per un istituto bancario svizzero. Prometteva rendimenti sicuri e elevati, mostrava prospetti falsificati di fondi lussemburghesi, restituiva periodicamente piccole somme per alimentare la fiducia. I soldi, in realtà, non venivano mai investiti: transitavano sui conti personali suoi e dei familiari, in uno schema piramidale destinato a crollare.

Le indagini hanno documentato movimentazioni per oltre cinque milioni di euro tra il 2020 e il 2025. Sono stati sequestrati 23 immobili nel Ponente ligure, un'auto di pregio e disponibilità liquide. La verifica fiscale, condotta d'intesa con l'Agenzia delle Entrate dopo l'apertura d'ufficio di una partita IVA nei confronti dell'ex consulente, ha recuperato a tassazione circa tre milioni di euro di proventi illeciti.

La platea dei raggirati è ampia e trasversale: dai 30 ai 70 anni, pensionati, professionisti, imprenditori, dirigenti di aziende multinazionali. Le vittime accertate erano inizialmente 112, ma il numero è destinato a salire. All'incontro organizzato dal Codacons il 28 novembre ad Albenga sono emerse nuove persone coinvolte, alcune delle quali ignoravano di aver perso tutto. "Stanno aumentando i casi - ha spiegato l'avvocato Bruno Barbieri del Codacons - Una decina di persone ha raccontato di aver perso tutti i risparmi. La Guardia di Finanza riteneva che non ci fossero altri casi, invece ne stanno emergendo di nuovi."

Barbieri avverte chi non si è ancora fatto avanti: il tempo stringe. Chi non presenterà querela entro tre mesi dalla notizia del reato non potrà costituirsi parte civile nel procedimento penale, perdendo la possibilità di partecipare al processo e ottenere un risarcimento diretto.

Redazione

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