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Cronaca | 01 dicembre 2020, 17:50

Aggressione e rogo alla sede di Finale Ambiente, il Pm chiede il rinvio a giudizio per tentato omicidio e incendio pluriaggravato

Francesco D'Agostino aveva aggredito 5 persone presenti nella sede della ditta e appiccato un incendio all'edificio. Gli avvocati difensori hanno richiesto un supplemento di perizia

Aggressione e rogo alla sede di Finale Ambiente, il Pm chiede il rinvio a giudizio per tentato omicidio e incendio pluriaggravato

Rinvio a giudizio per tentato omicidio e incendio pluriaggravato. Durante l'interrogatorio di conclusione delle indagini preliminari che si è svolto ieri in Tribunale a Savona, il Pubblico Ministero Giovanni Battista Ferro, lo ha richiesto per Francesco D'Agostino il 52enne, ex dipendente della partecipata Finale Ambiente, che lo scorso 13 maggio aveva aggredito 5 persone presenti nella sede della ditta che gestisce il porto appiccando poi un fuoco all'edificio, danneggiato in larga parte.

Durante l'incidente probatorio era stata evidenziata dal perito Gabriele Rocca una semi infermità mentale dell'uomo e nell'interrogatorio effettuato dal gip Fiorenza Giorgi, D'Agostino aveva confermato in buona sostanza l'accaduto come ricostruito dagli inquirenti giunti per primi sul posto.

Ad essere coinvolti il responsabile dei servizi del porto Michele Scarlatti, gli impiegati Antonio Apicella e il nostromo Marco Attolini, il geologo Massimo Bocchiolo e Fabio Aonzo.

Quel giorno il 52enne alle 9.30 del mattino si era diretto, con un coltello serramanico in tasca, verso la palazzina degli uffici dove all’interno erano presenti Scarlatti, Apicella e Bocchiolo. Attolini ad un certo punto ha chiesto aiuto via radio in quanto era stato accoltellato. Soccorso dagli altri due colleghi venivano anche loro aggrediti e colpiti ad una gamba e ad una mano e Scarlatti invece all'addome.

Dopo che si erano chiusi nell'ufficio, D'agostino aveva preso una tanica di benzina e riuscendo ad aprirsi un varco aveva dato fuoco ai locali. Attolini e Apicella erano riusciti a scappare mentre era rimasto incastrato nell'ufficio direzione il geologo che era stato poi salvato dai carabinieri di Finale. Poi il 52enne era stato bloccato dai colleghi.

Chiaro fin da subito era stato anche il movente che aveva spinto l'uomo a compiere il violento gesto, ossia l'ennesimo richiamo ricevuto, quella volta circa un incidente occorso a un'imbarcazione durante il suo turno di lavoro.

Gli avvocati difensori Paolo Campagna e Luciano De Marco hanno richiesto questa mattina al Gip un incidente probatorio per un supplemento di perizia psichiatrica per accertare se allo stato attuale sia in grado di poter sostenere un processo. Ieri infatti è stato interrotto l'interrogatorio proprio perché D'agostino aveva dato in escandescenza perché lo stesso si era sentito una vittima della sua situazione lavorativa.

Luciano Parodi

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